Ignazio Visco (Ansa)

Editoriali

La lezione americana di Visco per uscire dalle crisi delle banche minori

Redazione

Dal 1980 a oggi gli Usa hanno gestito “senza traumi” il dissesto di oltre 3.500 istituti di credito, dice il governatore di Bankitalia. Cosa può fare l’Europa? Accanto al Fondo di risoluzione unico, il Mes potrebbe diventare d’aiuto

Le recenti crisi bancarie americane insegnano all’Europa due cose. La prima è che i rischi per la stabilità finanziaria possono arrivare anche da realtà di medio-piccole dimensioni. La seconda è che per affrontare le crisi occorrono adeguati strumenti in modo da minimizzare le ricadute sui depositi non protetti. La “lezione” americana è stata evocata dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, quando, nelle considerazioni finali, ha ricordato che negli Usa dal 1980 a oggi la Federal deposit insurance corporation ha gestito “senza traumi” il dissesto di oltre 3.500 banche. Non è la prima volta che Visco (l’ha già fatto nell’audizione davanti alla commissione Finanze della Camera di qualche mese fa) sottolinea la capacità di gestione delle crisi bancarie negli Stati Uniti dove pure la vigilanza sulle banche piccole e medie è stata carente rispetto all’Europa che si è data regole più severe per tutti.

 

Il nodo, secondo il governatore, sta proprio nella dimensione degli intermediari. Perché se i “big” riescono ad assorbire le perdite e a ricapitalizzarsi, le banche minori incontrano maggiori difficoltà nel ricorso al mercato dei capitali, soprattutto nelle fasi di tassi crescenti. Così, in Europa andrebbe rafforzata la capacità di agire con rapidità in situazioni di rischio sistemico generate da banche di piccole dimensioni. In che modo? Visco ha parlato genericamente di consentire l’accesso a finanziamenti straordinari, ma è difficile non leggere in queste parole l’auspicio che in futuro il Mes possa svolgere un ruolo in questo senso accanto al Fondo di risoluzione unico. Come le banche, anche le assicurazioni possono risentire dell’aumento dei tassi d’interesse. Ma nel settore la mancanza di strumenti è pressoché totale e Visco ha voluto ricordarlo annunciando (in riferimento al caso Eurovita) che “in assenza di fondi di garanzia in grado di tutelare la clientela” sono in corso trattative per l’intervento di un gruppo di banche e di assicurazioni “a salvaguardia dei contraenti”.