editoriali

Un passo in avanti sul caso Priolo

Arriva la “comfort letter” del Mef per evitare il blocco della raffineria. Bastera?

Il Comitato per la sicurezza finanziaria del Mef, l’autorità competente sull’attuazione delle sanzioni europee, ha emesso una nota nella quale chiarisce che l’Isab di Priolo e le società controllanti non sono oggetto di misure restrittive dell’Unione europea. Tutte le banche e i fornitori di servizi possono quindi lavorare con la raffineria senza timori. L’Isab, la più grande raffineria italiana (20 per cento della capacità produttiva nazionale), di proprietà della russa Lukoil, si è ritrovata in una situazione paradossale. Pur non essendo mai stata oggetto di sanzioni, dopo l’invasione russa dell’Ucraina le banche hanno tagliato le linee di credito per paura di restare impigliate in sanzioni secondarie. Di conseguenza l’Isab, che prima usava un terzo di greggio russo, si è trovata costretta a usare solo petrolio russo perché la casa madre è diventata l’unica possibile fornitrice. Il problema è che con l’entrata in vigore dell’embargo al greggio russo, il 5 dicembre l’impianto rischia la chiusura, con ricadute occupazionali enormi.

 

Dopo otto mesi di paralisi, il governo si è mosso emettendo questa “comfort letter” per rassicurare le banche e consentire all’Isab di comprare sul mercato globale greggi diversi da quello russo. Si spera che questa nota del Comitato per la sicurezza finanziaria del Mef sia sufficiente a sbloccare la situazione, ma se così fosse sarebbe comunque la certificazione di una gestione disastrosa del dossier. Una “comfort letter” è ciò che l’azienda aveva chiesto a marzo.

 

Il prolungato immobilismo del governo, che ha ignorato la crisi, ha avuto come esito un’esplosione dell’import di petrolio dalla Russia: +143 per cento nel primo semestre 2022. Mentre tutto l’occidente riduceva le forniture da Mosca, l’Italia le ha più che raddoppiate diventando uno dei principali finanziatori della guerra di Putin dopo Cina, India e Turchia. Se bastava una banale nota a evitare tutto questo, l’inazione del governo è allora stata tanto più grave.

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