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EDITORIALI

Il grande decoupling di Pechino

Redazione

Cinque colossi cinesi se ne vanno dalla Borsa di New York. Non è solo business

Nel mezzo delle tensioni tra America e Cina, ieri cinque società statali cinesi, tra cui il gigante petrolifero Sinopec e la China Life Insurance (Cli), hanno ufficializzato la loro volontà di lasciare la Borsa di New York. Sono le stesse cinque società – oltre a Sinopec e Cli ci sono anche Aluminium Corporation of China, PetroChina e Sinopec Shanghai Petrochemical – che tre mesi fa erano state segnalate dall’Autorità di vigilanza americana per non aver rispettato gli standard di revisione. E’ un altro livello del conflitto tra Washington e Pechino, e riguarda Borsa e mercati. I due paesi non si mettono d’accordo sulle revisioni contabili, la Cina non vuole sottostare alle regole americane che richiedono l’accesso, da parte dell’autorità di controllo, ai libri contabili: insomma, trasparenza.

 

E l’America ha più volte mandato messaggi d’allarme: presto molti giganti cinesi non potranno accedere alle borse statunitensi. Dopo la visita a Taiwan della speaker Nancy Pelosi, inoltre, la tensione fra i due paesi è aumentata e Pechino ha annunciato la sospensione o la chiusura di molti dei dialoghi attivi con gli Stati Uniti. La disputa sulle operazioni di Borsa non è stata menzionata in questi giorni, ma secondo diversi osservatori la decisione di delisting di cinque colossi cinesi ha a che fare con la volontà, da parte cinese, di mandare un segnale chiaro: nessuna regola può essere tale se a Pechino non piace.

 

Perfino i più convinti del fatto che l’economia, il business e il profitto guidassero la politica cinese negli ultimi mesi sono stati costretti a cambiare idea. Prima dell’economia, del business e del profitto per il Partito comunista cinese guidato da Xi Jinping c’è l’ideologia antiamericana, e quindi il grande decoupling, minacciato oppure concreto – come in questo caso. Ieri il Wall Street Journal, confermando un’indiscrezione di Ap di qualche settimana fa, ha scritto che nonostante tutto è possibile che un faccia a faccia tra Biden e Xi ci sarà a novembre. Solo i colloqui di massimo livello garantiscono, a questo punto, una coesistenza pacifica delle due grandi potenze.

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