Paradossi

Ok la proroga per le supercar nel Fit for 55. Ma per chi ha la Panda?

Le Ferrari sono pochissime mentre le utilitarie che circolano in Europa sono milioni, quindi il loro impatto sul clima è maggiore. Però sono proprio i ceti popolari, utenti delle utilitarie, che dovranno sobbarcarsi il maggiore perso della transizione

Nella votazione al Parlamento europeo che ha stabilito di bloccare la produzione di autovetture a benzina o diesel dal 2035, la “lobby” italiana si è data da fare, con successo, per procrastinare la data di entrata in funzione del blocco per le automobili di lusso, le cosiddette “supercar” come le Ferrari. Benissimo, ma in particolare il Pd, che ha molto esultato per il risultato europeo, dovrebbe spiegare perché ha difeso la Ferrari e non la Panda, mini car d’afflato popolare. Naturalmente le Ferrari sono pochissime mentre le utilitarie che circolano in Europa sono milioni, quindi il loro impatto sul clima è maggiore. Però sono proprio i ceti popolari, utenti delle utilitarie, che dovranno sobbarcarsi, e più in fretta, il maggiore perso della transizione.
 

Passare a un veicolo elettrico, che costa molto di più  e continuerà per alcuni anni a costare di più, sarà percentualmente più oneroso proprio per le cilindrate più basse. Inoltre il valore dell’usato viene nettamente ridimensionato e anche questo pesa soprattutto su chi è proprietario di mezzi meno costosi. Se anche il Pd considera che la lotta al cambiamento climatico debba prevalere su tutto – nonostante ora si assommi a una inflazione nei costi energetici e in quelli alimentari causate dall’aggressione russa all’Ucraina – dovrebbe però tenere in conto anche un altro rischio che non può essere dilazionato: il rischio di aggiungere una crisi industriale. Se il Pd si troverà in futuro in posizioni di governo, come giustamente rivendica, è difficile capire in che modo potrà difendere i redditi più bassi, almeno riguardo all’automotive. Non si tratta solo di una questione di immagine, che comunque in un sistema democratico ha un suo peso. Si ha l’impressione che manchi una strategia complessiva, una linea generale, come si diceva una volta, che possa rassicurare quelli che guidano una Panda del fatto che il partito di Enrico Letta sta dalla loro parte. Quesito che invece non si pone per i pochissimi privilegiati che guidano un bolide un Cavallino rampante.

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