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editoriali

Cosa ci dice la colletta milionaria per comprare una copia della Costituzione americana con le criptovalute

Redazione

In 72 ore ConstitutionDAO ha raccolto 40 milioni di dollari da più di 17 mila sostenitori, manifestando nel mondo reale l’enorme potere d’acquisto della community. Un risultato stupefacente, ma non del tutto. Prepariamoci a Big Cripto

L’obiettivo era comprarsi una copia originale della Costituzione americana con una Dao, ovvero un’organizzazione autonoma decentralizzata, una delle tante applicazioni della blockchain. L’idea era semplice: ci piacciono le criptovalute, abbiamo i soldi, facciamo una specie di cripto-colletta e compriamocela. In 72 ore ConstitutionDAO ha raccolto 40 milioni di dollari da più di 17 mila sostenitori, manifestando nel mondo reale l’enorme potere d’acquisto della community. Un risultato stupefacente, ma non del tutto. Come ha scritto il giornalista del New York Times Kevin Roose, “chiunque abbia investito diecimila dollari in Ethereum prima del 2016 ora ha 40 milioni di dollari”.

      

La colletta, veloce e strabiliante, tanto da essere superata di appena tre milioni dall’offerta vincente, è stata un esperimento, non certo la manifestazione massima dell’opulenza del settore. Un mondo, quello cripto, ricco quanto confuso, disorganizzato, divorato da credenze politiche che vanno dal libertarianesimo all’anarco-capitalismo, e sempre più in contrasto con l’ancien régime pre cripto. Tanto da spingere per la creazione di una nuova rete, il passo successivo alla rivoluzione Web 2.0 degli anni Duemila: la chiamano “Web3” e dovrebbe contenere tutto – blockchain, decentralizzazione, nft, Dao – rottamando un sistema vecchio, che si ritrova a inseguire una tecnologia a tratti discutibile, ma pur sempre forte di un’incredibile capacità di spesa.

      

Lo abbiamo visto di recente, quando il Congresso americano ha provato a fare passare delle leggi fiscali più severe sulle criptovalute e subito diversi deputati e senatori bipartisan presero le difese della community. Forse non a caso, negli ultimi mesi, le associazioni di investitori cripto hanno cominciato a spendere in lobbying a Washington (e non solo). Del resto, chi può spendere milioni per comprare un nft, quanto sarà disposto a sborsare per difendere i propri interessi? Dopo Big Pharma e Big Oil, prepariamoci a Big Cripto. È solo l’inizio.

    

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