Christine Lagarde, presidente della Bce (foto EPA)

tapering di fatto

“La Bce ridurrà un po' gli acquisti, ma non è la vittoria dei falchi”. Parla Codogno

Mariarosaria Marchesano

Oggi la riunione della Banca centrale europea. "Ci sono poche ragioni per proseguire con l’attuale ritmo degli acquisti di titoli di stato", dice il visiting professor alla London School of Economics

Il tapering può attendere. O meglio, ci sarà un “tapering di fatto” come lo chiama Lorenzo Codogno, visiting professor alla London School of Economics e fondatore della società di consulenza LC Macro advisors. “La Bce non ha fretta di cambiare la politica monetaria – dice al Foglio Codogno –. E’ improbabile che ci saranno interventi sui tassi di interesse, sulle indicazioni prospettiche e su tutto il resto, poiché la svolta accomodante rimarrà invariata. Tuttavia, alcuni segnali sono dovuti considerando le discussioni in seno al Consiglio generale su inflazione e crescita economica. E’ probabile che la Bce decida di passare a una marcia più bassa negli acquisti del Pepp nell’ultima parte dell’anno. Una sorta di tapering di fatto, anche se non si chiamerà così”. 

Il rallentamento, però, dovrà essere introdotto in modo soft, senza annunci che possano suscitare reazioni scomposte dei mercati dove da giorni si respira un clima di nervosismo. Del resto, la strategia dell’Eurotower si traduce in comunicazione e azione e questa volta la comunicazione avrà un’importanza cruciale. Dopo 18 mesi di aiuti ininterrotti agli stati europei lasciati liberi di fare debito per superare la crisi sanitaria c’è il rischio che la riunione di oggi venga percepita come l’arrivo a un bivio in cui bisogna per forza bisogna fare delle scelte. Del resto, la posizione dei “falchi” si è fatta più pressante nel consiglio generale in seguito alla fiammata dei prezzi registrata nel mese di agosto. Ma nonostante questo, a prevalere – ne è convinta la maggior parte degli analisti – sarà una linea di cautela che mette in conto la variante Delta e l’incertezza di una ripresa piena. 

Così, la riunione di oggi rappresenta sì un punto di svolta ma, come spiega Codogno, questo sarà compreso appieno solo tra qualche anno quando ci si volterà indietro per individuare quale sia stato l’esatto momento in cui la Banca centrale europea presieduta da Christine Lagarde ha cominciato a ritirare il suo sostegno all’economia dopo la pandemia Covid senza, però, commettere l’errore, si spera, di pregiudicare la ripresa. “Non sarà la vittoria né dei falchi né delle colombe, ma una soluzione di compromesso che deve tenere conto di diverse esigenze – afferma l’economista –- Al momento, ci sono poche ragioni per proseguire con l’attuale ritmo degli acquisti di titoli di stato, ritmo che è stato intensificato nel secondo trimestre del 2021 ed esteso nel terzo. Un ammontare di acquisti di 70 o anche di 60 miliardi di euro al mese sembra essere il risultato più probabile della riunione di oggi”. 

 

Cos'è il tapering delle banche centrali?

Basterà un cambio di marcia del Pepp per rassicurare i falchi? Nei suoi ultimi interventi, il capo della Bundesbank, Jens Weidmann, lo ha detto chiaramente: lasciare intatto il supporto all’economia nonostante la crescita del livello d’inflazione al 3 per cento (che, però, dalla maggioranza degli economisti è visto come un fenomeno temporaneo), può innescare una spirale negativa che renderebbe necessari interventi della Bce ancora più incisivi invece che più sfumati. Sul fronte opposto c’è chi ritiene che annunciare una riduzione del Pepp a stretto giro sarebbe controproducente di fronte a un’economia che corre ma che non è ancora tornata ai livelli pre Covid e di fronte a una ripresa su cui aleggiano delle incognite. “Weidmann – ribatte Codogno – ha dimostrato più volte in passato di saper essere ragionevole e quando si siede nel consiglio generale i suoi toni risultano più smussati rispetto a quelli che usa nelle vesti di banchiere centrale tedesco. La mia convinzione resta che con un miglioramento delle prospettive economiche, un’inflazione più elevata, ma anche una maggiore incertezza, la Bce rimarrà cauta e disposta a restare paziente più a lungo. L’avvio di un tapering di fatto, a pochi mesi dalla sua scadenza naturale che è marzo 2022, non vuol dire che gli acquisti di titoli termineranno entro il prossimo anno. Anzi, è probabile che continueranno, anche se in misura ridotta, fino alla fine del 2023. Il che vuol dire anche che potremmo vedere un inizio di rialzo dei tassi all’inizio del 2024”.

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