(Ansa)

La trattativa

La discontinuità su Alitalia

Andrea Giuricin

Nuovo piano, due miliardi in meno e Lufthansa sullo sfondo. Ora Draghi tratta con l’Europa

 

La discontinuità sul dossier Alitalia non è semplice per il governo Draghi, ma è indubbio che qualcosa sia già cambiato. La nuova compagnia Ita-Alitalia, che dovrebbe rilevare parte degli asset dalla bad company (BadCo), ha annunciato di aver rivisto il piano industriale, con una richiesta di meno soldi pubblici, un miliardo al posto di tre miliardi euro, e con un’azienda molto più leggera, vale a dire 4 mila dipendenti. È interessante che questa nuova versione del piano industriale sia arrivata poco prima dell’incontro tra il governo e la Commissione europea, in particolare con il commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager. Sul tavolo rimane sempre la lettera della Commissione, inviata al governo Conte, che chiedeva una vera discontinuità tra la vecchia e la nuova Alitalia, sia tramite il rilascio degli slot su Linate, sia attraverso un vero processo di gara per la vendita degli asset.

 

Per la stessa lettera, anche il marchio Alitalia non sarebbe potuto rimanere alla nuova società. È chiaro che il nuovo piano industriale risponde solo ad alcuni dei punti sollevati. In primo luogo, con la scelta dello “spezzatino”, vale con l’acquisto della sola parte volo. Secondo, la nuova Ita si impegna a lasciare liberi gli slot su Linate, così come richiesto. Rimangono però due punti irrisolti, quello relativo alla mancata vendita tramite gara degli asset e la discontinuità sul marchio. Tuttavia, la trattativa tra Commissione e governo è politica e non è detto che non possano trovare un accordo. Indubbiamente il ridimensionamento del piano industriale sembra essere un avvicinamento di Ita alle richieste della Commissione, ma non è detto che per la Vestager sia sufficiente. La trattativa è complicata dal fatto che la BadCo ha finito i soldi e quindi anche il tempo a disposizione. 

 

Da mesi la vecchia Alitalia non paga più diversi fornitori e, nonostante possa arrivare un ulteriore aiuto da 55 milioni di euro per il Covid dal governo italiano dopo i 272 milioni di euro già ricevuti, a fine marzo si ritroverà un’altra volta senza cassa. Non è così sicuro che ci sia un netto cambiamento, ma è importante capire come possa proseguire la trattativa con Bruxelles. Indubbiamente la revisione del piano Alitalia è un punto di discontinuità, ma è altresì chiaro che comporta ancora un esborso per i contribuenti, sebbene nettamente inferiore. Resta il fatto che un’Alitalia con 40 aerei, così come previsto nel nuovo piano, da sola non potrebbe fare molta strada nel panorama aereo europeo. La trattativa europea potrebbe però essere allargata ad altre compagnie aeree, se è vero che Lufthansa potrebbe entrare in un secondo tempo nella partita. La discontinuità per Draghi è dunque molto difficile, ma sicuramente un primo passo nella giusta direzione è stato fatto.

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