Con il passo lento, ma sicuro, dei dati trimestrali sul pil arriva una conferma (e anche qualcosa di più) dei segnali che la parte più forte del sistema produttivo italiano stava mandando ormai da tempo, soprattutto con i risultati positivi e incoraggianti delle aziende orientate all’export, molte delle quali viaggiano su fatturati in cui il peso delle esportazioni supera l’80%. Al Financial Times se ne sono accorti e hanno dedicato all’Italia un’analisi specifica, in cui si faceva notare come la forza dei marchi presenti nei mercati mondiali riuscisse a trainare l’economia nazionale, fornendo una specie di motore di riserva durante il rallentamento generale imposto dalle restrizioni e dai blocchi. E allora il timbro finale dell’Istat sul terribile 2020 con il suo -8.8% per il pil rispetto all’anno precedente sancisce una notevole capacità di tenuta e di reazione.
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