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editoriali

I musei con i soldi di tutti

Redazione

Il nuovo stop peggiora. Il Mibact fa bene a pensare al turismo. Serve uno sforzo

Occorre, oggi più di qualche giorno fa, prendere molto seriamente il ministro della Cultura Dario Franceschini, quando sulla chiusura di cinema e teatri aveva risposto: “Sono franco: penso non si sia percepita la gravità della crisi, non si è capito a che punto siamo”. Chiuderanno adesso anche i musei, lo ha anticipato il ministro, per quanto lui per primo e tutti sappiano che sono tra i luoghi più sicuri e anche se i numeri ci dicono che nei musei e alle mostre va meno della metà del pubblico che li frequentava prima. Ma la situazione è grave. E lamentarsi solo di essere un paese d’arte, senza fare i conti con le poche risorse, non aiuta.

 

Qualcosa è stato fatto, ma forse ora i musei – che non sono solo luoghi del turismo culturale e selfie di massa, ma anche pres’di territoriali delle mille culture italiane – dovranno essere curati di più. Con il decreto “Rilancio” (quattro miliardi di cui tre al turismo) e successive aggiunte, per i musei statali e privati prima dell’estate sono stati stanziati 150 milioni di euro, e in agosto altri 20 per “le mostre d’arte cancellate, annullate o rinviate”. A fine ottobre, a musei non ancora chiusi, il Mibact ne ha messi ulteriori 15 per coprire l’emergenza. Da molte parti si reclama uno sforzo in più, anche per archivi e biblioteche storiche. Ieri il capo del Mibact ha annunciato lo stanziamento, attraverso il dl “Ristori”, di altri 400 milioni per il turismo. Nei programmi, allo studio, da finanziare attraverso il Recovery fund (oltre 6 miliardi), la parte maggiore è destinata alla digitalizzazione e alla messa in sicurezza di luoghi d’arte e borghi. Difficile però dare torto a Franceschini, nella cui visione il turismo è il volano essenziale anche per la cultura. Diceva De Gaulle che è impossibile governare un paese con 246 varietà di formaggi. Tenere unito un paese che ha il doppio dei musei, considerando solo quelli gestiti dallo stato, e il triplo in totale, è anche più difficile. Bisognerà ugualmente fare di più, non solo il governo. Una parte importante (oltre ai contributi, in certi casi notevoli, messi in campo delle regioni) potrebbe venire dai privati, attraverso l’Art bonus e attraverso il sostegno dei privati sui territori. Non ci si salva da soli, e da soli non si tengono in vita nemmeno i musei.

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