Un Recovery plan per le donne

Maria Carla Sicilia

In famiglia e sul lavoro, lo scarso coinvolgimento delle donne nelle decisioni finanziarie penalizza l'intera economia. E con la crisi legata al Covid-19 alcune fragilità si sono accentuate, a partire dall'occupazione. L'analisi di Banca d'Italia

Sono molti gli aspetti che determinano un coinvolgimento minore delle donne nel mercato del lavoro, ma l’effetto è uno e comporta uno svantaggio economico per l’intero paese: se l’occupazione femminile raggiungesse il 60 per cento, il pil italiano crescerebbe di 7 punti percentuali. La stima – calcolata qualche anno fa da Banca d’Italia – indica che la strada da percorrere è  ancora lunga se si pensa che nel II trimestre di quest’anno il tasso di occupazione femminile si è fermato al 48,4 per cento. E oggi c'è anche da fare i conti con la crisi innescata dall’emergenza sanitaria, che secondo Palazzo Koch ha travolto le donne in misura maggiore rispetto agli uomini. Il motivo è duplice. Le imprese che hanno dovuto rinunciare a una parte dei propri impiegati hanno penalizzato in misura maggiore le lavoratrici, ha spiegato ieri pomeriggio durante un incontro Alessandra Perrazzelli, vicedirettrice generale di via Nazionale, e la crisi ha impattato soprattutto sui settori a maggiore occupazione femminile. Quelle che invece hanno mantenuto il proprio impiego ma sono state spostate in smart working si sono ritrovate a gestire un’organizzazione del lavoro inedita, più difficile da conciliare con la routine domestica.

 

In questo contesto, un fattore ulteriormente penalizzante su cui Banca d’Italia ha sollevato l’attenzione è che le donne hanno meno competenze finanziarie degli uomini, e se hanno conoscenze sufficienti tendono a sottovalutarsi. Anche dietro questo tema i livelli che si intersecano sono tanti e complessi, ma il risultato è sempre uno: essere più fragili e dunque meno resilienti in caso di crisi. Questo vuol dire che molte imprenditrici e libere professioniste, ma anche disoccupate e lavoratrici dipendenti, hanno maggiori difficoltà nell’accesso al credito e si confrontano con una  maggiore insicurezza quando c’è da prendere decisioni nel campo della finanza personale (e familiare). Senza compensare questi squilibri, concludono gli esperti di via Nazionale, la sfida della ripartenza del paese sarà persa in partenza.

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