(foto LaPresse)

Trenitalia pensi ai treni

Redazione

Il disastro di Lodi ricorda dove servono soldi e attenzione (altro che Alitalia)

Il disastro nella campagna di Lodi che è costato la vita ai due macchinisti del Frecciarossa è stato probabilmente causato da uno scambio in posizione sbagliata, in un tratto dove Rete ferroviaria italiana (Rfi) stava effettuando lavori. Rfi, così come Trenitalia titolare delle Frecce, fanno parte del gruppo Fs, controllato dal Tesoro. E sulla rete ad alta velocità transitano poi i concorrenti di Italo mentre su quella locale viaggiano i molto più numerosi convogli pendolari. Uno scambio fuori posto con un treno lanciato a 300 all’ora può provocare una catastrofe, che non si è verificata solo perché erano le 5.35 del mattino e a bordo c’erano solo 33 passeggeri. Va sottolineato che si tratta del primo incidente in 15 anni sull’alta velocità. La nostra rete veloce è un successo industriale e commerciale, ma è delicata, spesso satura e ha bisogno di attenzioni, cure, tecnologie e risorse.

 

La minima disattenzione è fatale, come si è visto. Il quadro è più critico per la rete tradizionale e locale, ed è qui che gli incidenti e i disservizi sono più frequenti. Tutto questo porta a una riflessione: le Ferrovie devono concentrarsi sul core business (che è quello di far muovere i treni). È un principio generale che vale per qualsiasi impresa, ma ancora di più è cruciale per la maggiore azienda infrastrutturale italiana, in un paese dove la mobilità è sempre problematica. Invece il governo intende impiegare le risorse e l’attenzione delle Ferrovie per il salvataggio di Alitalia, nel quale peraltro è nebbia fitta sia sui possibili partner industriali (cioè altri vettori aerei) sia sul piano produttivo e finanziario. Ma se chi si occupa da sempre di trasporto aereo – le varie Lufthansa, Delta, Ryanair, Air France – fugge da Alitalia o si defila, e se per altri motivi si chiama fuori chi è nel settore aereo come Atlantia, vuol dire una cosa sola: il salvataggio è un’operazione puramente politica, senza logica né ritorno economico, ma dal sicuro salasso di capitali. Non può essere quella la missione di Fs, che si vedrà costretta a buttare soldi in un’azienda in perdita, restando così con meno risorse per la manutenzione. Il tragico incidente di Lodi è invece lì a ricordarci dove le Ferrovie devono investire soldi e attenzione.

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