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Euro Sì. Dibattito chiuso

Redazione

Risposta definitiva di 25 Nobel sulla discussione appena aperta (pure dal Sole)

Il dibattito è il sale della democrazia, nessun tema può essere escluso e nessun interlocutore deve essere ignorato, soprattutto quando le loro opinioni raccolgono vasto consenso nella società. E quindi hanno fatto benissimo Luigi Zingales, economista di Chicago, e il Sole 24 Ore ad aprire un “dibattito serio e costruttivo” sul tema “Euro sì o no” fondato su referenze accademiche. Certo, l’Italia ha problemi più seri da risolvere, come l’elevata pressione fiscale, la spesa pubblica incomprimibile, un debito pubblico che rischia di schiacciare l’economia quando i tassi si alzeranno, una produttività stagnante e un sistema politico-istituzionale bloccato, che non sembra pienamente consapevole dei problemi né intenzionato ad affrontarli in maniera seria. Ma se gran parte dell’elettorato rappresentato dalle forze definite populiste, come il Movimento 5 stelle e la Lega nord, vuole parlare di uscita dall’euro è giusto parlarne. E allora, che si apra il dibattito. Per nostra fortuna, complici le elezioni presidenziali in Francia, dove gli anti sistema sono forti e ben rappresentati, sul Monde è stato appena pubblicato un appello su questo tema, che risponde perfettamente ai requisiti fissati dal Sole 24 Ore: parla di euro ed è sottoscritto da 25 premi Nobel per l’Economia.

 

Un po’ come è accaduto in Italia, alcuni di questi Nobel sono stati tirati per la giacchetta da Marine Le Pen. “I firmatari di questa lettera hanno posizioni diverse su questioni complesse come l’Unione monetaria e le politiche di rilancio – scrivono gli economisti – Tuttavia, le nostre opinioni convergono nella condanna della strumentalizzazione del pensiero economico nel contesto della campagna elettorale francese”. Cosa affermano sulle proposte a proposito dell’uscita dall’euro? Primo: “Le politiche isolazioniste e protezionistiche e le svalutazioni competitive, tutte effettuate a spese di altri paesi, sono mezzi pericolosi per cercare di generare crescita. Portano a ritorsioni e guerre commerciali. Alla fine, si riveleranno dannose sia per la Francia che per i suoi partner commerciali”. Secondo: “C’è una grande differenza tra la scelta di non aderire all’euro sin dall’inizio e uscire dopo averlo adottato”. Terzo: “Dobbiamo rinnovare l’impegno per la giustizia e l’equità sociale, ma possiamo e dobbiamo ottenere la protezione sociale senza protezionismo economico”. I 25 economisti da Angus Deaton a Eugene Fama, da Jean Tirole ad Amartya Sen, passando per Edmund Phelps e Joseph Stiglitz (un santino degli eurocritici) e includendo Robert Mundell che ha vinto il Nobel proprio per i suoi studi sulle aree valutarie ottimali, hanno idee diverse su tantissime cose. Ma concordano su un punto: l’uscita dall’euro è una boiata pazzesca. Dibattito chiuso. Ora pensiamo alle cose serie.

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