Banche sedute su una montagna di debito, ci sono novità per voi

Redazione

S'avanza l'idea – che l'Italia osteggia – di un tetto al debito pubblico per le banche. Cosa dice il documento che verrà discusso all'Ecofin informale della prossima settimana, con le cinque opzioni proposte dalla presidenza olandese.

 

Roma. Il dibattito a livello comunitario su come pesare il rischio dei titoli sovrani detenuti dalle banche private dello stesso stato comincerà ufficialmente con l'Ecofin del 22 aprile su impulso della presidenza di turno dell'Ue dei Paesi Bassi.

 

Con una nota pubblica della presidenza olandese "Strengthening the banking union and the regulatory treatment of banks' sovereign exposures", rivolta ai ministri dell'Economia e delle finanze degli stati membri dell'Unione europea, vengono avviate le consultazioni sul grado di rischio da attribuire ai titoli sovrani in pancia alle banche, secondo il principio per cui per arrivare a un'Unione bancaria efficace i rischi andranno di pari passo condivisi e ridotti. In passato il presidente dell'Eurogruppo, il consesso dei ministri economici dell'Eurozona, l'olandese Jeroen Dijsselbloem (nella foto), aveva detto che "una ulteriore condivisione dei rischio ha bisogno di essere accompagnata da un'effettiva riduzione dei rischi nel sistema bancario".

 

Spezzare il legame tra il rischio sovrano e il rischio bancario è considerato necessario per evitare che si produca un effetto contagio dallo stato al settore bancario nazionale. Se ad esempio ci sono elevati livelli di titoli di stato in pancia alle banche – come in Italia – è più probabile che al fallimento dello stato segua una crisi bancaria rilevante.

 

Il trattamento generale della questione a livello regolatorio porta a considerare i titoli di debito in mano alle banche domestiche come a "rischio zero", anche quando in partica non lo sono. L'esposizione in titoli sovrani è anche esente da limiti sulla quantità di titoli che si possono possedere, aumentando dunque l'esposizione a livelli potenzialmente molto elevati.

 

Per decidere come calmierare i rischi e pesarli nel modo più accurato un comitato di esperti che riferisce all'Ecofin ha elencato una serie di possibilità, scrive la presidenza olandese. Le misure proposte e da discutere sono cinque: la prima è mantenere in vigore l'attuale schema, cioè "rischio zero"; la seconda potrebbe includere una guida dettagliata e più armonizzata per i supervisori sul monitoraggio e sulla risposta al rischio sovrano quando si verifica presso le singole banche, e/o migliorando ulteriormente i requisiti di pubblicità in relazione alle esposizioni sovrane delle banche stesse; la terza considera che le ponderazioni di rischio diverse da zero potrebbero essere introdotte per le esposizioni sovrane. Questa ponderazione sarebbe probabilmente bassa, in modo da essere coerente con l'attuale quadro dei requisiti di capitale di rischio ponderati per altri tipi di esposizioni; la quarta proposta avanza la creazione di un tetto-limite alla massima esposizione delle banche verso un singolo debito sovrano. Questi limiti possono essere impostati a una quota relativamente bassa (fornendo in tal modo forti incentivi per la diversificazione degli investimenti) oppure a livelli più alti; la quinta e ultima soluzione proposta prevede un mix della terza e della quarta opzione con dei limiti a grandi esposizioni sulla base dei prezzi e con le ponderazioni di rischio che potrebbero essere le stesse per tutti o essere differenziate in base al rischio credito delle banche.

 

L'esposizione delle banche italiane al rischio sovrano è tra la più alta in Europa. Secondo Reuters, circa 405 miliardi di euro, o il 21,6 per cento del debito sovrano italiano, è detenuto dalle banche nazionali. Il governo italiano guidato da Matteo Renzi aveva detto il 17 febbraio scorso che si sarebbe opposto all'imposizione di un limite all'esposizione sui titoli sovrani (la quarta proposta). La discussione è aperta.

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