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Di cosa parlare stasera a cena

Il governo spagnolo e la campagna d'odio contro Israele

Giuseppe De Filippi

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Il governo spagnolo si è imbarcato in una campagna contro Israele in cui sono varie e frequenti le cadute nell’antisemitismo. Non critiche a Israele ma antisemitismo classico. E nella società spagnola si sta creando una spaccatura tra filoisraeliani e nemici di Israele. Una divisione che taglia le appartenenze politiche, anche se tra i sostenitori della maggioranza è preponderante la linea antiisraeliana, mentre nelle formazioni di destra si sta creando un consenso ampio alle ragioni di Israele, qualcosa di inedito nella politica spagnola e in quella europea. È un fatto interessante, certamente determinato dalla polarizzazione del quadro politico spagnolo, ma capace di avere conseguenze imprevedibili.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

L’avanzata israeliana su Gaza City prosegue, mentre da parte di Hamas le risposte continuano a essere propagandistiche, per una battaglia sulla conquista dei cuori e delle menti nel mondo da cui, però, il movimento terroristico finanziato dall’Iran ha già avuto i massimi benefici. Arrivando a produrre una situazione di forte condizionamento politico per Israele nelle relazioni internazionali, ma anche di sganciamento delle scelte militari israeliane rispetto a una specie di moralismo mondiale creato dalle denunce di Hamas.

 

Fatto #2

Il parlamento europeo mette una base a Kyiv. E ora ci prova Keir Starmer a riportare Donald Trump e gli Usa tra gli amici veri dell’Europa (che a volte è un concetto politico e a volte e un concetto geografico).

 

Fatto #3

Il video di accusa a Putin prodotto da Yulia Navalnaya per la morte del marito può avere qualche effetto su ciò che resta dell’opinione pubblica russa insieme agli effetti sempre maggiori degli attacchi ucraini contro la capacità di gestire la filiera energetica in Russia.

 

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