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DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Una (quasi) lode al Pd, dopo la candidatura di Cottarelli

Giuseppe De Filippi

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Tentiamo una lode del Pd, ora che non va di moda. E anche per offrire qualcosa in più oltre alla candidatura di Carlo Cottarelli, annunciata oggi con molta enfasi e soddisfazione da Emma Bonino, Benedetto Della Vedova ed Enrico Letta, nella conferenza stampa congiunta tra Pd e +Europa. Perché il Cottarelli, già incaricabile dal Quirinale per un tentativo tecnico e già risanatore (temporaneo, ma finché ha potuto ha fatto bene) dei conti turchi su mandato del Fmi, con solo questi brevi tratti biografici si presenta come un solutore di problemi, un realizzatore, al quale va data, però, linfa politica. E il Pd ne ha da dare e di un tipo speciale.

 

Perché è come se fosse il luogo residuo, ahimé, di chi ha passione e amore per la politica. Contiene moltitudini, per dirla grossa con Walt Whitman. Oppure, per non esagerare, contiene i differenti modi di essere e di agire di chi ancora si diverte a gestire la trasmissione delle azioni di piccoli gruppi di persone o perfino individuali in un sistema organizzato (ok, male organizzato) di decisione pubblica e di iniziativa politica. È un contenitore di imperfezioni democratiche, del tutto diverso dal purismo o dalla pura e semplice personalizzazione della leadership di tutti gli altri partiti. E anche il modo in cui ha condotto la campagna di allargamento delle alleanze, senza ottenere niente di speciale, mostra che l’attrazione ha funzionato solo con chi aggiungeva qualcosa, ma non troppo, a questo coacervo di passioni politiche tutte segnate da qualche fallimento, da qualche ripensamento, da tante ruggini.

 

Con le alleanze nel contenitore di moltitudini, o di solitudini, finiscono, magari con rappresentanze minime, tutte le bandierine dei gruppi pienamente inseriti nella politica europea, i popolari (sì, con Bruno Tabacci) ovviamente i socialisti, la sinistra radicale, i verdi, i liberali. Se fosse un prodotto finanziario d’investimento sarebbe un Etf, con sottostante i gruppi del Parlamento europeo che riconoscono pienamente le istituzioni comunitarie. Poi ha ragione Luciano Capone, cui si può rubare questo tweet, a mostrare che gli schieramenti sono sovrapponibili a quelli del 2013 e il Pd sta sempre nello stesso schema e con le stesse caratteristiche. E associamo questa a un’altra rievocazione, dedicata ai programmi per ridurre il debito.

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Candidature interessanti e di valore. Mentre Silvio Berlusconi twitta, si cita e conferma che c’è una competizione tra centri, tra Forza Italia e il polo Iv e Azione

Fatto #2

Appello ai prossimi governanti: non buttate via le indicazioni di Marco Bentivogli per le politiche del lavoro

Fatto #3

L’inflazione negli Usa (molto importante per il destino dei tassi di interesse) comincia a rallentare, è passata a un tasso annuale dell’8,5% in luglio (sotto alle attese). Va molto forte Wall Street ma anche per la Borsa italiana la notizia è stata come lo sparo dello starter nei cento metri e l’euro potrebbe andare sotto alla parità con il dollaro

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