DI COSA PARLARE STASERA A CENA

La partita del Quirinale e i dossier politico-economici

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Dalle audizioni (non scappate per questa parola noiosa) sulla manovra di bilancio si capisce che la parte fiscale per ora è solo abbozzata, è solo un assaggio. Sì, ci sono 8 miliardi per ridurre le tasse ma dal parere di organi tecnici come Banca d’Italia, Ufficio parlamentare di bilancio, Cnel, si capisce, se ce ne fosse bisogno, che, tirando di qua e di là quegli 8 miliardi si finisce per stringere ben poco. I dipendenti dovranno vedersela con gli altri lavoratori o, in generale, percettori di redditi paragonabili ai loro, le aziende dovranno sgomitare con i loro stessi dipendenti nel match tra Irap e Irpef, i proprietari di casa se ne staranno arroccati, con il mandato di non aprire a nessuno. Insomma, la manovra, fatta in gran velocità (il governo non ha neppure un anno di vita ed è entrato in corsa su progetti già avviati), non ha l’ampiezza, il respiro, per lasciare davvero traccia di sé nelle nostre dichiarazioni dei redditi. Questa è solo la partitella di riscaldamento, anche se nei giorni scorsi ci sono stati titoli in prima pagina su alcuni giornali a proposito del destino degli 8 miliardi di tagli fiscali. Prima si chiude la partitella e meglio è. E prima si comincia a ragionare seriamente sulla delega fiscale, con la quale davvero si può impostare un riequilibrio generale del carico tributario, e meglio è. Certo, c’è di mezzo una cosetta che si chiama rinnovo della Presidenza della Repubblica. Sul Foglio si è già scritto che sarebbe bene provare a tenere assieme più dossier, quelli politici e fiscali, nel caso specifico, con quello della candidatura al Quirinale. Ma non sembra una cosa possibile né anche lontanamente realistica. C’è solo una candidatura al Quirinale che tenta di unire tutte le partite, quelle politiche, economiche e sociali, con l’assetto della Presidenza della Repubblica. È quella di Silvio Berlusconi e lo ha scritto oggi sul Foglio Giuliano Ferrara. Come avvenne per la Presidenza del Consiglio succede nuovamente che il demistificatore delle procedure elettive italiane, delle fumisterie e dei circoletti, sia non proprio il bambino ingenuo della favole del re nudo, ma nientemeno che un (già) grande imprenditore e leader politico 3 volte vincente alle elezioni. È una peculiarità nella peculiarità.

 

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Domani le nuove misure anti Covid, con le possibili novità sul fronte tra vaccinati e non vaccinati.

 

Fatto #2

L’inviato speciale dell’Onu se ne va dal paese e rinuncia al compito: segnale non incoraggiante sulle prossime elezioni e sul futuro della Libia.

 

Fatto #3

E' una chiamata a decidere su temi complessi per l’Ue quella che arriva dal confine tra Polonia a Bielorussia. C’è certamente l’uso strumentale dei migranti, spostati come pedine e messi esattamente nella condizione di fare pressione sul confine senza avere la forza di superarlo, ma c’è anche, per l’Europa, l’obbligo di prendere posizione tra l’idea generale di accoglienza e le necessità di tenuta politica. Ursula von der Leyen prova a scomporre il problema in quattro e a dare altrettanto risposte. È soddisfacente? Giudicate voi.

 

 

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