DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Per fortuna la campagna vaccinale è stata più veloce della violenza no vax

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

E se il principale errore tattico (scontata la condanna per violenze e rigurgiti fascisti) dei vari movimenti che stanno cercando di cavalcare la protesta contro la campagna vaccinale fosse quello di essere in ritardo? Certo, i non vaccinati sembrano ancora un numero rilevante, e questo potrebbe dare l’impressione di avere un ampio bacino in cui pescare per sostenere le proteste. Dopo, e questa sembra la strategia vista in azione sabato scorso, sarebbe solo compito di chi è organizzato per trasformare il malcontento in violenza e poi mutarne anche obiettivi e metodi. Ma il governo e le autorità sanitarie, senza raccontarlo troppo, hanno comunque corso in questi ultimi mesi. I risultati si vedono, sia dall’andamento dei dati pandemici sia dai numeri sulle vaccinazioni. E, grazie a quei risultati, il governo ha spazi di manovra con cui gestire anche i tentativi di estremizzare la protesta. È chiaro che gruppi come Forza Nuova cercavano da anni uno spunto, un cuneo, per entrare nel grande dibattito pubblico nazionale, ovvero un tema nel quale mettere a servizio di pezzi di opinione pubblica i loro muscoli e la loro propensione alla violenza senza restare nello steccato dell’estrema destra tradizionale. L’obiezione al certificato vaccinale, con i suoi connotati perfino libertari e il sostegno di tanti liberali, di intellettuali divertiti dall’idea di fare un po’ i rivoltosi, e che, un po’ ironicamente, era stata anche della Cgil, era ideale per consentire a Forza Nuova di menare le mani mettendosi però alla testa di una manifestazione non strettamente legata, in origine, all’estrema destra e ai nostalgici del fascismo. Ma, appunto, tutto questo succede, per fortuna, troppo tardi, perché col superamento della soglia dell’80% di pienamente vaccinati, e mentre va avanti spedita la campagna per la terza dose a chi ne ha bisogno, ci sono risultati apprezzabili nel controllo della diffusione dei contagi e della loro pericolosità. E questo regala al governo un certo spazio di manovra. Grazie al quale si potrebbe, pur mantenendo la scadenza del 15, trovare modi per alleggerire l’applicazione dell’obbligo. È probabile che succeda, perché il bello di questa scadenza è che serviva solo fissarla e già avrebbe svolto gran parte del suo compito. Così è andata e ora si può tranquillamente applicare la classica regola della proroga, il gioco del rinvio, per rendere un po’ più elastica l’entrata al lavoro di chi ancora non è vaccinato, in modo che si facciano ulteriormente ragionare i lavoratori senza usare misure troppo dure.

 

 

Le tre "cose" principali

 

Fatto #1

Mario Draghi abbraccia Maurizio Landini e chiude il cerchio della solidarietà piena e corale alla Cgil.

 

Fatto #2

Che poi la risposta dello stato arriva. Sarà durissima, anche aldilà della volontà di chi chiede (giustamente) di reprimere le violenze e le intimidazioni politiche, perché le leggi italiane sono terribili. L’invocato scioglimento, invece, sembra più una petizione di principio che un effettivo obiettivo concreto, anche perché non si ha a che fare con organizzazioni strutturate, ma con gruppi guidati da leader e formati su reti di contatti personali. Insomma, dopo lo scioglimento rinascerebbero in altre forme e molto rapidamente. Ben più efficace è la repressione dura degli specifici atti di delinquenza politica. Anche i medici chiedono di essere difesi da aggressioni come quella inqualificabile al Policlinico Umberto I di Roma, da parte di no vax violenti, applicando le leggi con la durezza prevista.

 

Fatto #3

Confindustria non cede sull’obbligo di certificazione vaccinale o tampone a carico del dipendente.

 

 

Oggi in pillole

  • Virginia Raggi non sa meravigliosamente che fare, proprio non ha idea di cosa significhi fare politica, tessere rapporti e alleanze, far contare il peso del consenso e cercare aggregazioni per renderlo democraticamente utile. Dice di sapere che a livello nazionale c’è un’intesa tra Pd e M5s, ma che, malgrado ciò, a Roma lei non sceglie, non si schiera, non dà indicazioni. Invece Carlo Calenda solidarizza con la Cgil, bene, ma soprattutto aderisce alla manifestazione del 16, alla quale, inevitabilmente, verrà dato anche il senso di una mobilitazione a favore del voto a Roberto Gualtieri nel ballottaggio romano. Invece lei è Giorgia.
  • Hanno ragione, fate i contratti e fate guadagnare di più.
  • I Nobel dell’economia. Andrea Garnero ci racconta come i nuovi Nobel hanno studiato l’Italia (ah, non abboccate a chi crede che il premio sia andato agli studi sul salario minimo). Secondo Tito Boeri potrebbero insegnare ai politici a valutare gli effetti delle loro decisioni.
  • Toh, la mucca pazza, e la Cina che blocca le importazioni di carne bovina da Uk.
  • Le case vuote a Parigi.