Mario Draghi (foto LaPresse)

di cosa parlare stasera a cena

Draghi propone anche una visione politica?

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Domande buone per cena, per scaldarsi al freddo dei dehors (se non muniti dell’opportuno fungo termico). Mario Draghi propone, magari via via, senza essere partito con questo intento, una visione politica? La sua ricetta è, per prenderla alla lontana, inserita in un’ideologia, e quindi appartiene più a qualche parte del Parlamento o dello spettro politico dell’elettorato italiano? Oppure ciò che sta realizzando è, non diciamo tecnico, perché è parola abusata, ma, in qualche senso, pre-politico, perché abilitante a continuare poi lo scontro ideologico dopo aver, però, sistemato le cose. Forse c’è un “sì” per entrambe le domande, ma è in entrambi i casi un sì condizionato. Perché, sì, oggi con più nettezza si è sentito un Draghi ben ascrivibile alla scuola liberale temperata, con, peschiamo qualche esempio, enfasi sulla concorrenza (non sfrenata) e sulla creazione di pari opportunità per i giovani (i riferimenti all’intervento pubblico per la casa ai giovani e per il diritto allo studio). Però c’è anche tanto impegno nella creazione di riforme-piattaforma, chiamiamole così, grazie alle quali si vengono a creare condizioni migliori (efficienti in senso paretiano) dalle quali ripartire per poi scatenarsi nello scontro politico. L’esempio in questo caso potrebbe trovarsi nientemeno che nella riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, nel miglioramento del sistema di gare e appalti pubblici, nella revisione dei rapporti tra governo e regioni e enti locali, nella riforma del fisco. Sono grandi interventi, ovviamente, e hanno un contenuto (e che contenuto) politico, ma, per le vicissitudini del nostro sistema decisionale, sono anche capitoli completamente bloccati, sui quali non si riesce a intervenire. Qui sta, potrebbe stare, la furbizia dei partiti o la necessità dei fatti. Lasciar fare a Draghi interventi che rendano possibile, in settori di quel rilievo, la ripresa del gioco politico in condizioni, come dire, di praticabilità del campo. 

Le tre "cose" principali 

Fatto #1

Il piano in Parlamento. Poco dibattito e non esaltante, solo un po’ di dibattito per dire che non c’era dibattito.

Fatto #2

Tra le varie il Ceo di Pfizer, il nostro carissimo Albert Bourla, dice che un farmaco per la cura del Covid sarà disponibile entro fine anno. L’esperimento spagnolo forse dimostra qualcosa e cioè che, con qualche cautela e opportuni controlli preventivi, la socialità, anche quasi ammassata, non è pericolosa. 

Fatto #3

L’India da aiutare e che spaventa. 

Oggi in pillole

- I pescatori francesi stanno per riarrabbiarsi di brutto, per una delle conseguenze non risolte della Brexit.

- La strategia laburista: noi Jeeves voi Bertie Wooster (ma non simpatici, bensì squallidi e immorali), e potrebbe funzionare.

- Prima inversione demografica in Cina dal 1949.

- Da leggere, ci vuole un attimo, il lascito di tecnica e stile giornalistici del direttore uscente della Reuters, diffuso via Twitter dalla direttore entrante.

- La cenere che spegne i colori dell’isola caraibica.

- Però, bello questo Campus della Bocconi.

- È in arrivo una miniserie tv sulle fughe di Carlos Ghosn.

- Il Giro d’Italia (altre fughe, non penalmente rilevanti).

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