(foto Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

Il Recovery plan al rush finale

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Si parte col piano portoghese e cominciamo a capire qual è la reale portata del grande piano europeo per la ripresa. Interessante notare come sia stato possibile mantenere le diverse declinazioni dei progetti nei vari stati. In questo proprio il caso del Portogallo ci aiuta. Mentre sul Sole 24 Ore di oggi si notava come il piano italiano sia ben più orientato alle opere pubbliche e all’edilizia di quello tedesco. Questa forma di adattamento alle diverse realtà nazionali è un punto di forza di Next Generation Eu e lo diventerà ancora di più se si riuscisse ad avere la capacità di imparare dalle esperienze altrui. In ogni caso per l’Italia siamo al passaggio finale e, ancora una volta, da Palazzo Chigi confermano la presentazione del piano nei tempi previsti. La soluzione al problema delle regole per la guida e il coordinamento dei progetti è basata sull’equilibrio tra centri decisionali, con la presidenza del Consiglio a tenere le fila, i ministeri a seguire i progetti specifici e gli enti locali coinvolti nell’attuazione. Senza poteri di veto, però, e senza poter usare strumentalmente l’arma del rinvio. Il documento italiano indica in 3 punti di Pil l’effetto del piano, ma le conseguenze sull’intera qualità legislativa e amministrativa potrebbero essere perfino maggiori. 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

A che punto siamo con i vaccini e perché ora l’accelerazione è certa e l’efficacia della protezione sta aumentando (anche grazie al vaccino Janssen a una sola dose). 

Fatto #2

Anche a Christine Lagarde piace il debito buono. La Bce accompagnerà l’intero percorso dei piani nazionali di ripresa, nel quadro del progetto europeo Next Generation, e questo rende sempre più simile il modo di lavorare tra politica economica e politica monetaria nell’Ue e negli Usa. Per l’Ue significa trasformare in modello istituzionale ciò che con i piani di emergenza pandemica era stato solo un abbozzo di maggiori convergenza e integrazione politica. 

Fatto #3

Draghi su clima e ambiente e su quello che sembra uno sgambetto mondiali ai “cinquantisti”, cioè a quelli, non facciamo nomi, che si erano appassionati agli obiettivi di transizione fissati al 2050. Be’, lo sgambetto è partito da Joe Biden, con la dichiarazione di anticipo al 2030, fatta propria anche dall’Italia. 

Oggi in pillole

- Anche in Germania si rientra alle 22 (non serve sapere il tedesco per leggere il numero).

- Una piccola condanna per l’ex gilet giallo.

- Comincia il processo per il crollo del Ponte sul Polcevera, ma il tema della manutenzione delle infrastrutture non si esaurisce con la determinazione delle responsabilità per quel disastro.

- La Russia impoverita da Vladimir Putin.

- E 1800 arresti tra i sostenitori di Alexei Navalny.

 - Allarghiamo il campo, eccovi un podcast interessante per le questioni americane. In questa occasione sulla sentenza che ha condannato Derek Chauvin e le tensioni razziali.

- Bellissima la vittoria di Jannik Sinner oggi a Barcellona, contro il secondo favorito del torneo, dopo Rafael Nadal.

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