(foto LaPresse)

Di cosa parlare stasera a cena

Di cosa parliamo quando parliamo di unità d'intenti tra partiti

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

È vero, Mario Draghi ha chiesto unità d’intenti, ma sembra un po’ la solita doba che si dice a ogni governo che nasce. Questa volta forse serve qualcosa in più e non può provenire dal presidente del Consiglio ma è questione proprio dei partiti. Con un paio di interviste azzeccate ci hanno provato a mettere le cose nella direzione giusta Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Tutto giusto, ma era ancore presto. E, in questo caso, più che anticipatori occorre essere tempestivi. Perché il problema dell’unità di intenti nella maggioranza si porrà e poi si porrà di nuovo. E bisognerà saper resistere. Anche perché comunque un’opposizione esiste a destra e ne stanno spuntando altre, a sinistra e in zona populista e perfino al centro, dove Carlo Calenda farebbe opposizione anche a sé stesso. Allora va trovata, da parte della maggioranza, una qualche ragione che tenga tutti assieme e uno spirito collettivo cui ispirarsi quando si dovranno fronteggiare le durezze del mondo esterno. Siete segretari e dirigenti di partito, non montatevi la testa, non siete banchieri centrali a riposo. Avete sbagliato in passato e sbaglierete in futuro. E soprattutto tra un paio d’anni comunque avete le elezioni. Allora meglio sbrigarsi a trovare quelle ragioni di unità e quello spirito di cui parla Draghi, nel pochissimo in cui parla. C’è un capitale comune, è roba di Draghi ma in quanto sua è di tutti i partiti che lo sostengono, perché lui mai avrà un partito. E bisogna saper tenere anche e soprattutto nei momenti duri, quando, come sembra, si dovranno imporre altre restrizioni e accompagnare la sofferenza economica con misure di sostegno, di cui nessuno sarà mai pienamente soddisfatto. 

 

Le tre "cose" principali 

Fatto #1 

Ecco, tra le cose da non fare c’è mettersi subito a sbraitare contro i tecnici della sanità. Che poi in tutta la vicenda sono certamente i meno colpevoli e, in ogni caso, possono anzi funzionare da copertura per un governo ben strutturato. Oggi poi è tornata, nella comunicazione del governo, l’espressione che veniva sempre contestata a Rocco Casalino e cioè quel “fonti di palazzo Chigi” cui si attribuivano le posizioni vere ma ufficiose del presidente del Consiglio precedente. Questa volta la note “fonti” hanno fatto sapere che le decisioni del ministro Roberto Speranza erano pienamente concordate e condivise dal presidente del Consiglio Draghi. Un caso tra tanti, quello dell’Abruzzo. Si era detto che serviva uno sforzo, anche di tenuta psicologica, per tutto febbraio. Potrebbe darsi che serva qualche settimana in più. Bisogna reggere ora e accettare qualche nuovo sacrificio e il messaggio del governo e della maggioranza dovrebbe essere forte e chiaro. I problemi generali, il cambio delle condizioni di diffusione del contagio, e perché gli impegni presi qualche tempo fa, un paio mesi o poco più, non sono più attuali. Anche perché ce ne sono e ce ne saranno di problemi tremendamente intricati e anche sedimentati negli anni. E l’unico modo è tenere botta tutti assieme. 

 

Fatto #2 

Comunque non si dica che noi italiani non siamo originali. Abbiamo la massima esplosione di potere europeista e di europeismo declamato, oltre a una solida anche se inespressa (ma l’essere inespressi in questo caso è segno di forza) maggioranza, così detta, Ursula, dal nome della presidente della commissione europea e dai partiti che l’hanno sostenuta al parlamento europeo. La cosa che rende l’Italia originale è che in questa fase, malgrado i successi dovuti alla nascita e al finanziamento di Next generation Eu e alla gestione solida e forte della Brexit, Ursula von der Leyen è come mai sotto attacco e indebolita (anche se sono i media americani a calcare forse un po’ troppo la mano). 

 

Fatto #3 

Per i democratici americani è una soluzione ideale. Non si va a un defatigante impeachment, in cui Donald Trump avrebbe indossato i panni della vittima e tentato di lucrare qualche simpatia, ma si incassa un solido sostegno popolare alla propria posizione pro-impeachment poi sconfitto dai giochi di palazzo. E poi, in più, si lasciano i repubblicani ancora per un bel po’ con il loro improbabile e dannosissimo compagno di strada. 

 

Oggi in pillole 

- Ci sono dei rallentamenti paurosi per il traffico pesante tra Italia e Austria perché al valico del Brennero vengono fatti i tamponi per chi entra in Tirolo. Mancano regole omogenee in Europa e ogni paese improvvisa, mettendo a repentaglio le stesse regole di uguale trattamento alla base del funzionamento dell’Ue. Protestano le associazioni del settore e propongono approcci diversi o almeno la reciprocità.

- La questione dei dosaggi dei vaccini e perché non dovrebbe preoccuparci, anzi, se viene rivista la quantità considerata ottimale.

- Joe Biden comincia a dubitare dell’opportunità di procedere molto velocemente nell’innalzamento del salario minimo legale a 15 dollari l’ora.

- Cambio ai vertici del Wto, con il debutto della Nigeria e di una guida femminile.

- Bill Gates vuole salvare il mondo.

- La ristorazione veloce scopre i programmi fedeltà. Non l’aveva mai fatto, preferendo, ehm, rapporti veloci e senza stabilità.

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