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Conte a Taranto e la morte di uno studente a Hong Kong

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Dice Moody's che la gestione di Ilva proprio non è un affare per Arcelor Mittal.

 

E se non è un affare per Mittal allora non lo è neanche per i suoi concorrenti (tra l'altro quelli di Jindal, a suo tempo capo della cordata concorrente, fanno sapere di non essere più interessati). Quindi qualcuno potrà ragionevolmente pensare che siccome l'acciaio serve per le industrie italiane e allo stesso tempo nessun gruppo vorrà più investire a Taranto allora servirà un intervento dello stato. Non lo dicono solo tra nostalgici dell'Iri.

 

E forse era già tutto deciso, sospetta fondatamente Nunzia Penelope.

 

Luigi Di Maio non conta un cavolo, non tiene i gruppi, tenta qualche sortita ispirata al grillismo prima maniera ma finisce solo per dire cose scioccherelle senza però recuperare nessuno dei suoi. Intanto il gruppo parlamentare è allo sbando, diviso e intravagliato.

 

Comunque Giuseppe Conte, dopo la sbandata del ministro Stefano Patuanelli, rimane l'unico a impegnarsi sul campo per far prevalere la ragionevolezza. Stasera a cena saprete cosa ha detto e come si è comportato a Taranto, dove ha avuto il coraggio di andare e di visitare lo stabilimento, tra gli operai.

 

Ma qualcosa, anche se da posizioni di minoranza, si muove anche nel Pd pugliese, vedete questi nomi, meno noti di quello del presenzialista presidente della regione, e forse da qualcuno di loro arriverà la capacità di gestire la Puglia senza essere anti-industriali e anti-scientifici.

 

  

Non va bene, e questo modo di presentare le cose sempre con comparazioni (e sempre con un ampio grado di forzatura delle analogie: le foibe con Auschwitz non hanno alcun legame e neppure il Muro di Berlino e non è possibile stabilire alcune relazione logica, anche in scala) distrugge il dibattito pubblico. E infatti è il metodo più usato nel confronto urlato della piazza televisiva.

 

  

Al netto di un po' di retorica (ma che male vi fa un po' di retorica poi?) e di un effetto di trascinamento tra notizie simili questi sono fatti preoccupanti. Vanno capiti, certo, ora sono citazioni del fascismo e non sono propriamente il fascismo. Però perché in tanto sentono la spinta a fare quelle citazioni, a comportarsi secondo quei canoni? Forse stanno cercando qualcosa e ci dovremmo augurare che non lo trovino. Ora fanno le prove generali usando l'armamentario vecchio, usando il repertorio. La vigilanza, richiamata anche nel tweet di Nicola Zingaretti, andrebbe esercitata sull'esito davvero preoccupante, cioè sull'innovazione nel settore del fascismo militante.

 

 

L'emendamento che potrebbe far crollare le difese (molto discutibili) che il garante della Privacy è tenuto dalla legge a porre per bloccare gli incroci tra banche dati in modo da individuare gli evasori fiscali.

 

Il sano orgoglio di chi ha buoni termovalorizzatori in regione, non ditelo a Virginia Raggi e Nicola Zingaretti.

 

 

La morte di uno studente a Hong Kong durante le proteste contro il governo cinese.

  

Dire bugie è un diritto dei personaggi pubblici ma anche catalogarle è un diritto. Nel caso di Boris Johnson c'è stato un bel da fare.

 

Michael Bloomberg forse ci riprova con la Casa Bianca.

 

Forse l'importante è non perdere la calma e aspettare, gli effetti positivi dell'apertura al commercio internazionale e dell'abbattimento delle barriere all'importazione e all'esportazione. Insomma i frutti della globalizzazione prima o poi verranno anche percepiti e capiti. Un primo tweet di una serie con cui Claudio Cerasa chiosa la ricostruzione degli effetti della globalizzazione e dei ritardi italiani fatta da Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia. Qui c'è anche l'integrale del discorso di Visco, una prolusione all'università di Cagliari.