Rory Stewart (foto LaPresse)

Il nuovo candidato sindaco di Londra e il decreto rimpatri di Di Maio

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

La nostra ultimamente, malgrado l'apparente dinamismo, è noiosetta, quindi ci divertiamo, anche nelle cene del fine settimana, con la politica britannica. C'è un nuovo candidato, da indipendente (anche se ha un passato perfino ministeriale tra i conservatori), a sindaco di Londra. E' un personaggio molto caratterizzato, molto pro-Brexit, e farà parlare. Si chiama Rory Stewart e lancia così la sua candidatura:

 

 

La scheda su di lui, fatta prima della candidatura, dal Sun.

 

Qui invece ci si annoia, e perfino Beppe Grillo ora festeggia i 10 anni del grillismo organizzato ed è contento che abbia cominciato a mettere giudizio. E, come dice con formula togliattiana e iper-politica, con cui nega o annulla o sublima tutta la retorica fondativa dal vaffa in poi, è felice che il movimento si sia "stampato nella realtà".

 

E se Grillo abbraccia il realismo politico (ma poi ne è stato sempre tentato, pure quando faceva la faccia da matto e strabuzzava gli occhi) è inevitabile che nasca una dissidenza. Solo che nasce con tutte le tare dei 5 stelle. E quindi fa uscire un documento di critica alla linea politica del movimento senza che ci siano firme. Certo, tra i grillini si sa chi era a Firenze, ma la protesta anonima resterà come una triste anomalia nella nostra storia politica. Da rimarcare però che l'attacco degli anonimi non è solo a Grillo ma anche a Casaleggio, con la richiesta di intestare al movimento la proprietà della piattaforma Rousseau.

 

L'anonimato comunque non toglie (anzi, li spinge alla presa di posizione) che i grillini ortodossi si precipitino a segnalare la loro adesione alla linea del vero capo, come fanno Chiara Appendino e Stefano Buffagni.

 

Giuseppe Conte cresce politicamente e oggi dice due cose vere e abrasive, parlando di Matteo Renzi e di Alitalia. Al primo, sollecitato dalle continue punzecchiature, risponde che il governo "non ha bisogno di fenomeni". Risposta tosta e anche fondata, perché il continuo "più uno" e "non basta ancora" che Renzi fa seguire a qualunque provvedimento del governo è fastidioso e logorante. Allora meglio fare subito la faccia cattiva e vedere che succede. Per l'Alitalia, invece delle solite promesse sulla soluzione imminente e delle solite rivendicazioni (infondate) del suo ruolo di sostegno all'economia italiana, Conte ammette pubblicamente che "la situazione è complicata". Sembra una banalità ma non si era mai usciti dalla propaganda e delle finte rassicurazioni. Accogliamo questa doppia sincerità con rispetto.

 

Lode (nel filone "no fenomeni please") al ministro Lamorgese che tiene a bada anche l'irruenza del collega Di Maio e definisce senza enfasi obiettivi, limiti e potenzialità dell'intervento governativo sulla questione dei migranti e sui rimpatri.

 

 

Ora la Lega salviniana non si metta in testa strane idee e soprattutto rispetti la fila, perché per le contestazioni alla sindaca Raggi bisogna prendere il numeretto e pazientare e mica si può arrivare così freschi freschi a fare buu sotto al Campidoglio. Che poi saranno proprio leghisti doc? Dalla grafica dello striscione sembra di stare più dalle parti del neofascismo romano, tra CasaPound e Forza Nuova, boh.

 

In ogni caso la sindaca tiene fede alla sua linea della fermezza, cioè non fa niente e pratica l'immobilismo più infallibile.

 

 

L'Istat ci dice che stiamo così e così, intonato al mood governativo con cui si consiglia prudenza e piccoli passi e nessuna manovra miracolosa.

 

 

Donald Trump quando c'è da prendersi un merito non è mai riluttante. Poi ovviamente fa anche un po' di confusione tra questioni diverse: il mercato del lavoro non ha niente a che fare con il rispetto delle regole costituzionali da parte del presidente.

 

 

Anche perché gli americani, per fortuna, spendono e consumano.