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Il decreto Genova scritto col cuore e le conseguenze dello spread. Di cosa parlare stasera a cena

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

C'è poco da inventare, bisognerà ancora e di nuovo parlare di mercati, di finanza, di spread. Rinverdire i ricordi del 2011 e studiare, prepararsi se la cena è particolarmente impegnativa, su che cos'è e come funzione lo Esm (il meccanismo europeo di stabilità), che sta diventando, ahinoi, i punto centrale di tutta la faccenda. intanto ecco un po' di numerini, come dicono i detrattori della matematica (attività molto pericolosa), messi tranquillamente in fila da Claudio Cerasa. Guardiamoli.

 

Allora sembrerebbe tutto molto simile e infatti è tutto molto simile, solo che la curva di salita dello spread è un po' meno ripida questa volta perché, appunto, ci sono due contraeree in azione, una è (ed è stata in gran parte) il quantitative easing della Bce, l'altra è, come si diceva, lo Esm. Una specie di super prestatore con troika incorporata, ricco ma, appunto, esigente. Ha in pancia circa 650 miliardi di euro e può averne altri. E' partecipato da tutti i paesi euro, con anche una presenza comunitaria, il commissario agli affari finanziari, e una voce per tutte le banche centrali. Può salvare, ma chiede in cambio di rispettare regole precise su conti pubblici ed emissioni di debito. Diciamo che non è proprio sovranista ma per essere salvati bisogna pure dar via qualcosa. Oggi, e non lo fa spesso, il capo dell'Esm, Klaus Regling, ha parlato, si è fatto intervistare da Bloomberg, e ha detto una cosa ovvia ma che dà fastidio agli italiani e cioè si è detto preoccupato per la tendenza di politica economica contenuta nella manovra e certamente non è bastato aggiungere che comunque l'Italia ha grandi potenzialità. Luigi Di Maio gli ha risposto male, insinuando col solito tono scostumato anti-europeo, e uno però già immagina Regling con un taccuino e una penna: ok questo Di Maio me lo segno, dovesse farsi sentire per chiedere una mano tra qualche settimana o qualche mese. E ovviamente Regling lo hanno criticato un po' tutti dalla maggioranza, ma con un tono che, a chi scrive, sembrava sì spaccone ma insieme spaventato. Perché qualcuno sa chi è e che mestiere fa e allora la voglia di fare i bulli un po' si affievolisce.

 

Intanto la Borsa e lo spread davano torto a Di Maio e Salvini con una calma spietata. Lo spread ha preso a salire gradualmente, procedendo per tappe. Ora il campo base della salita si è posizionato a quota 300, che già è un risultato da alpinismo estremo ed è una quota alla quale le banche e le assicurazioni italiane cominciano a sentire un certo affanno, una certa mancanza di ossigeno. I titoli bancari ovviamente erano i più sofferenti, con scricchiolii segnalati ad esempio da uno studio di Credit Suisse secondo il quale a quota 400 di spread sarebbero necessarie ricapitalizzazioni per le banche italiane, insomma si dovrebbe ricostituire capitale bruciato, anche per mantenere operatività. Lamentarsi di come vanno i mercati e perfino più stupido di lamentarsi di ciò che scrivono i giornali. E ovviamente è una specialità, rincorrendosi uno con l'altro, dei due vicepresidenti del consiglio. Attenzione, verrebbe da consigliarli. Chissà chi li ha convinti che quelli sono numerini e che non contano e che magari possono giocarli a loro favore. Ricordatevi e parlatene a cena: non sono numerini, sono grandi correnti che travolgono tutto e fanno male.

 

Poi c'è il fantastico Danilo Toninelli, che getta il cuore oltre il decreto ma non ha il coraggio di fare due chiacchiere non virtuali, non trollate, con i genovesi. Ah, intanto il ponte dipende da una serie di atti di volontà del commissario Marco Bucci, a cominciare dalla sua spedizione a Roma per "riscrivere il decreto".

 

Chiudiamo con i Nobel dell'economia, sempre col dispiacere annuale per i mancati premi agli italiani. Ci vengono presentati come paladini dell'ambientalismo più catastrofista, ma forse, come al solito, va letto bene ciò che scrivono.