Dalla Russia secondo Salvini all'addio a Fabrizio Frizzi. Di cosa parlare stasera a cena

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati da Giuseppe De Filippi

Fate un esperimento, anche in vista delle conversazioni a cena dell'intera settimana che si apre. Provate a leggere tutti gli sviluppi sul governo nascente sempre con i dati di fondo della nostra economia e dei nostri conti pubblici. Almeno si ridurranno le perdite di tempo e le lettura inutili, tanto da quella roba lì, da quei vincoli, non si prescinde. Checché ne abbiano detto in campagna elettorale. E quindi del Matteo Salvini che strepita contro la legge Fornero, per farne la sua arma vincente, sapete cosa farne (ah intanto però il ministero ha scritto la bozza del documento di programmazione e, rispettando le prerogative dei vincitori, non ha toccato nulla, lasciando quindi al loro destino gli aumenti Iva). Ma lo so, queste cose sono noiose, si sente subito puzza di Loden o peggio. Allora fermiamoci e ragioniamo invece, come tema fantastico per cena, sulla mistica della fedeltà alla parola data. Roba che può condurci in luoghi anche terribili. Ma noi cominciamo dal governo italiano possibile. Ah poi c'è un altro tema che invece esige serietà, quello dei rapporti con il potere russo. Oggi l'Italia (applicando una decisione comune ad altri paesi europei) ha deciso l'espulsione di diplomatici di Mosca. Salvini ha subito criticato la scelta, dicendo che con le espulsioni non si risolvono problemi (ha tentato anche un parallelo con l'arresto di Puidgemont).

 

E lui ricambia, dicendosi pronto a sfilarsi dalla prima linea (se lo anche Di Maio il gioco è fatto e si tratta solo di trovare un nome terzo che faccia da punto di equilibrio).

 

Saperci fare tatticamente, mettere condizioni, muoversi nel nuovo sentiero stretto, che non è più quello del ministero dell'economia ma è quello della creatività politica. Tanto qualcosa sul tema a cena verrà fuori

 

Altro caso, altro esempio, ma forse con meno sapienza tattica. Notare poi la crudeltà del cronista politico nel riportare quell'infantile "no, no e no" così pari pari. E di mezzo c'è la questione del possibile contributo stabilizzante al prossimo governo da parte di persone che possano avere fiducia e canali diretti con le principali istituzioni finanziarie mondiali.

 

Mentre fioccano i richiami all'Italia sulla tenuta dei conti pubblici, con speciale attenzione agli effetti della cancellazione della legge Fornero, Christine Lagarde, direttore esecutivo del Fmi, propone un fondo europeo di sicurezza, aggiuntivo rispetto a quelli già esistenti, per poter intervenire di fronte a crisi. Rassicurante e preoccupante allo stesso tempo. Vuol dire che è possibile pensare a strumenti del genere e quindi a una maggiore cooperazione europea, ma vuole anche dire che il rischio finanziario c'è e forse è maggiore di quello che pensiamo ora narcotizzati da whatever it takes e quantitative easing. Ma anche politicamente interessante perché nel progetto di Lagarde si indica come condizione per accedere al sostegno del fondo l'adesione alle regole fiscali europee, per l'Italia significa, detto molto semplicemente, l'abbandono di qualunque proposito fortemente caratterizzato come leghista o 5 stelle in politica economica. Arriveranno gli insulti di Salvini, ma non avranno replica.

 


 

Ma poi invece che ha fatto Massimo Cacciari nella vita? Oltre ai soliti sbagli, da ricordare con indulgenza, alle polemiche intellettuali, alle letture buone e meno buone, ai testi furbetti e testi di valore. Benissimo, nella norma, ha costruito un personaggio facendosi imbrigliare un po' troppo nel riflesso televisivo. Insomma, in generale, nessuno può serenamente, senza vergognarsi un po', fare i bilanci delle vite altrui. E poi il buon Carlo Calenda ha lavorato con Montezemolo, con Confindustria, alla Ferrari. E non è roba da buttar via, anzi.

 


 

Carles Puidgemont arrestato da tedeschi che applicano la legge, così sembra di capire, almeno per quanto riguarda l'applicazione dei mandati internazionali di arresto (parlare dei guai causati sempre dai tedeschi che eseguono ordini). E poi però si preparano ad applicarla, sempre stando a ciò che si intuisce, anche riguardo alla concessione dell'estradizione. E in questo caso entreranno nel merito delle accuse spagnole al leader catalano. Però, insomma, un'altra volta che si vuol fare rivoluzioni con secessioni o altro si consiglia caldamente di premunirsi contro il ridicolo. Perché questa roba catalana, che poi finisce per incartarsi comunque in forme tragiche, ha rappresentato fin da subito una sfrontata sfida al ridicolo, aumentato poi da quel "fumo di hidalgueria" con cui già Guicciardini rappresentava in modo critico l'agire pubblico e politico degli spagnoli (e un po', aggiungiamo noi, anche dei catalani).

 

Il ridicolo, ovviamente, non esclude il tragico.

 


 

Donald e Stormy, vabbè, tanto ne parlavate lo stesso.

  


 

L'addio a Fabrizio Frizzi (che ci dice anche qualcosa sulla televisione)