pagina 69 - premio strega 2025

Carotaggio Strega: il romanzo in 99 oggetti di Michele Ruol

L'inventario dell'outsider che va da “cornice in argento, 15x22 cm” a “corbezzoli”.  E che sarà mai una vaga somiglianza con Perec

Mariarosa Mancuso

Al quarto carotaggio Strega arriva l’outsider. Michele Ruol, che articola il suo romanzo in 99 oggetti – un inventario, appunto – che va da “cornice in argento, 15x22 cm” a “corbezzoli”. “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia” procede per stanze: “ingresso”, “salotto”, “terrazza, “camera di Minore”, “corridoio”, “camera di Maggiore”, “sgabuzzino”, “bagno”, “camera matrimoniale” e infine “garage”. Per finire, l’automobile: “bagaglio, “abitacolo”, “tettuccio”. Sul tettuccio, se leggiamo l’ultimo frammento, sono legate due piante di corbezzoli.

Avvertite anche voi una vaga somiglianza con Georges Perec, e con i 99 appartamenti parigini di “La vita istruzioni per l’uso”? E’ indubbia, ma gli scrittori si leggono e si parlano – quelli bravi almeno. Gli altri, che magari pubblicano APS – acronimo coniato da Umberto Eco che significa A Proprie Spese – ogni volta che un libro ha successo sono convinti che sia tale e quale al loro manoscritto, nel cassetto perché respinto da tutti gli editori. Se qualcuno è arrivato prima, non vuol dire che la strada è sbarrata. Chi insegue l’originalità a ogni costo deve sapere che dopo i greci in materia di narrazione non c’è nulla da inventare.

Pagina 69, con il suo bel numeretto chiuso in un vezzoso cerchio, propone la mezza pagina, per rendere il gioco più difficile. Smontando la vicenda nei vari oggetti in casa e in auto, la trama ne risente, tocca al lettore ricostruirla. C’è un vaso prezioso, e sotto un biglietto, e la gelosia di Padre per Madre – i personaggi sono indicati così, in famiglia ci sono due figli sempre chiamati Maggiore e Minore. Si capisce che Madre ha cominciato a lavorare in uno studio di architettura, e che Padre è assai contrario. 

Punto. Lasciamo la 69 per andare a pagina 99. Controprova o prova del novantanove, chiamatela come volete: è la versione del romanziere Ford Madox Ford della regola del saggista Marshall McLuhan (se avete buona memoria, lo studioso che faceva la fila con Woody Allen nel film “Io e Annie”, consultato per dirimere una questione con il saccente di turno). 

“Boccali da birra, collezione”: ecco cosa ci aspetta a pagina 99. Sedici boccali di birra in varie forme e materiali: vetro, coccio bianco, coppe, bicchieri a stivale. Accanto, una sciarpa dell’Inter e una bandiera dei pirati. Un altro elenco, sempre d’effetto anche se il pezzo migliore manca: un boccale da cinque litri che faceva bella mostra di sé in un pub.

Il colpo era stato studiato a lungo, il boccale era un oggetto di arredamento. Non entrava nella lavastoviglie per l’uso quotidiano. Stava sopra un divanetto: Maggiore e i suoi amici tenevano d’occhio i camerieri, Minore era riuscito ad arrampicarsi e a nasconderlo nello zaino. Ricupero delle bici, e l’incidente. Minore tocca con la ruota il marciapiede, Maggiore gli va addosso, il boccale va in pezzi. Il furto con destrezza lascia qualche graffio, ai ragazzi, ai loro jeans e alle biciclette. Neanche in questa pagina si svela il segreto dell’incendio. La curiosità cresce.

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