Dimenticatevi qualsiasi stereotipo sulla Puglia, dall'allegria alle location marittime. "Ritorno in Puglia” (Bompiani), il romanzo dello scrittore e vicedirettore di Videonews, non è una commedia all'italiana, bensì una commedia umana
Dimenticate la Puglia che conoscete. Dimenticate la Puglia, anzi le Puglie, modaiole e balneari. Le Puglie finte allegre. Ma scordatevi pure quelle retoriche o finte tristi. Non ci sono lagne, qui, o peggio ancora “location”. Di stereotipi fate insomma tabula rasa perché il romanzo di Marco Ferrante, Ritorno in Puglia (Bompiani), non è cosa da commedia all’italiana, bensì da commedia umana. E persino la nostra terra – desolata d’inverno, instagrammatica a Ferragosto – si riavvolge adesso nei sentimenti del realismo storico. A partire però da un paese immaginario: Tisa; e da una data vera: 28 marzo 1997.
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