in laguna
Ferragni e Kefiah, la Biennale parte tra contestazione e champagne
L'influencer a Venezia per la mostra di Vezzoli. Padiglione israeliano contestato (ma è chiuso)
Venezia. Finalmente una Biennale di contrasti e contestazioni. Ieri era il primo giorno di inaugurazione a inviti della mostra e subito nel pomeriggio irrompono ai Giardini trecento manifestanti del collettivo “Art Not Genocide Alliance”, che da mesi chiede l’esclusione di Israele come il Sudafrica ai tempi dell’apartheid. Si dirigono verso il padiglione israeliano, questi arditi dotati di invito (l’ambitissimo invito dei giorni precedenti l’apertura al pubblico), infatti non c’è stato sfondamento degli ingressi. Però arrivano e rimangono delusi, i contestatori-chic, perché Israele capito l’andazzo ha chiuso bottega da mo’, è venuto già contestato insomma. Si dirigono allora verso il padiglione americano, che va sempre bene e, già che ci sono, verso quello tedesco, che però ospita colpevolmente un'artista israeliana. La protesta funziona benissimo, si forma subito una coda immensa e la Germania viene subito data per favorita.
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- Michele Masneri
Michele Masneri (1974) è nato a Brescia e vive prevalentemente a Roma. Scrive di cultura, design e altro sul Foglio. I suoi ultimi libri sono “Steve Jobs non abita più qui”, una raccolta di reportage dalla Silicon Valley e dalla California nell’èra Trump (Adelphi, 2020) e il saggio-biografia “Stile Alberto”, attorno alla figura di Alberto Arbasino, per Quodlibet (2021).