Dopo la decisione della curatrice di chiudere il padiglione alla Biennale “sino a che non sarà pattuito un cessate il fuoco e non saranno liberati gli ostaggi”, i padiglioni europei dovrebbero aprirsi agli artisti dello stato ebraico, dimostrando solidarietà di valori e intenti
Il padiglione di Israele alla Sessantesima Biennale di Venezia, che doveva aprire oggi, resterà chiuso “sino a che non sarà pattuito un cessate il fuoco e non saranno liberati gli ostaggi” nelle mani di Hamas. È l’annuncio comparso su un cartello esposto all’esterno del padiglione israeliano. La decisione della curatrice e artista, Ruth Patir, non è quella di cancellare l’esibizione, “ma è una scelta di solidarietà con le famiglie degli ostaggi e la grande comunità di Israele che chiede un cambiamento”.
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