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VITE PARALLELE SOCIAL

Modello Schlein o Ocasio-Cortez? L'Instagram di due pasionarie a confronto

Ginevra Leganza

Le ragazze sono unite da femminismo e socialismo matto, fede ecologista e opposizione alle frenesie del capitale. Ma la deputata statunitense è la donna simbolo del socialismo amato dai millennial per via del fattore glamour. E su questo la consigliera regionale potrebbe prendere appunti

“Non la storia si deve fare, ma una biografia” scriveva il critico russo Viktor Šklovskij. Motto perfetto per chi ha cura maniacale del proprio Instagram account. Non le prodezze, ma le piccole cose: la quotidianità racchiusa in millanta megapixel. I profili inchiodati in quest’articolo, invece, sono di due donne che tramite i pixel fondono il diario alla grande storia. Due pasionarie. Nel corredo genetico, l’undicesima tesi di Marx contro Feuerbach: interpretare il mondo non basta, bisogna trasformarlo. Limitandoci a interpretare, è difficile resistere all’analisi dei due profili troppo spesso accostati. Due vite parallele con l’Atlantico posto in mezzo: su questa sponda Elly Schlein, su quell’altra Alexandria Ocasio-Cortez. Come insegna Plutarco, modello cui liberamente c’ispiriamo, vizi e virtù di figure paradigmatiche si confondono in banali note di vita. Il carattere di chi vuole cambiare il mondo non si svela tanto nelle grandi gesta: oggi si nasconde in dettagli biografici del social, in foto postate quasi a caso e video interattivi. 


Entrambe si raccontano postando. Entrambe fanno click con la rivolta fra le dita. E giacché con citazione gucciniana entriamo in spirito bolognese, partiamo dalla nostrana Elly Schlein. Educatissima, sì, ma nostrana fino a un certo punto, come dicono nome cognome e tripla cittadinanza. Su Instagram è sopra i 1000 post e sotto i 60 mila seguaci: troppi contenuti e modesto seguito. Tra le sue foto scoviamo l’omologa newyorkese che indossa il famigerato abito bianco di Aurora James con scritta rossa “TAX THE RICH”. A Schlein si rimprovera, dacché esiste, scarsa propensione alla fotogenia e poco amore per i bei vestiti (che invece sfoggia Ocasio), ma non si considerano gli elementi più interessanti: le cosiddette dirette dove batte cuore barricadero. Con la linguista genderista Vera Gheno – tanto per dirne una – ci spiega in data 8 marzo che: 1. bisogna declinare al femminile il più possibile (avvocata, ingegnera, eccetera); 2. niente festa: sempre e solo lotta; 3. “nessuno nasce imparato o imparata”. Tre punti che mettono insieme furore linguistico, disamore per il divertimento, amore per l’indottrinamento.

 

Dall’altra parte c’è Ocasio-Cortez che invece è arci-glam e sa godersi la vita. Meno di 500 post, più di 8 milioni di follower. Instagrammer da combattimento. Tanti i punti in comune con Schlein, ma la newyorkese-portoricana sprizza carisma da tutti i post. È distante dall’anima slavata della vecchia Europa, dal girotondismo radicato nella gemella emiliana. Spinge e sporca l’account. Parla di green deal, sanità pubblica, scuola e solite tasse col rossetto rosso di Stila, mentre se lo mette o mentre affetta gli ortaggi col coltellaccio.

 

Le ragazze sono unite da femminismo e socialismo matto, fede ecologista e opposizione alle frenesie del capitale. C’è da dire, però, che senza l’aria frenetica che spira nella ricerca della felicità (concetto nato con gli Usa), la Ocasio non sarebbe la gran figa che è. La parabola è quella di una tapina del Bronx che sbaraglia i vecchioni, diventa congresswoman nel 2018, e scala le vette dell’ascensore sociale. Quello stesso ascensore che le sue tasse contano di affossare in virtù del misticismo no poverty. Non usciamo fuori tema social: è solo per dire che l’entusiasmo di Ocasio è figlio della mancanza, della povertà che l’ha spinta all’irriverenza. Ad ogni modo, nel mare social-socialista, chi insegna qualcosa è proprio lei, che con cerchi alle orecchie e lipstick di fuoco buca ben 8 milioni di schermi. Elly Schlein prenda appunti: se l’insta-comunismo vuoi far salire, un poco figa ti tocca apparire.

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