
Addio a Paolo Isotta, amico scontroso e ironico della ditta fogliante
Spavaldo teppista dell’arte suprema e censore brutale di ignoranza e stupidità in cui la faziosità era sentimentalismo
Solo, ma nella sua casa con le porte di lacca cinese e la postazione dello scrivano sospesa sul grande ambiente librario e mondano, il suo orgoglio o la sua anima territoriale con la vista di Capri e la salsa alla genovese, Paolo Isotta è morto ieri di schianto, precisamente come aveva vissuto, insegnato, scritto, provocato, amato, odiato o disprezzato. Il critico musicale, poi musicista e sopra tutto scrittore, era un amico scontroso e ironico della ditta fogliante e frondista, almeno finché non diventò la casa del suo forse più intimo nemico, il grande musicologo Mario Bortolotto. Era uno di quei fascisti immaginari e vocazionali, nati fuori del proprio tempo, che hanno sfondato il muro intransigente eretto dalla gente perbene, e sono penetrati nell’establishment della cultura per vivificarlo, differenziarlo, vituperarlo, sbeffeggiarlo e subirne l’animosità e il rigetto impotente.
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- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.