Darwin e Beethoven? A Londra sono razzisti e suprematisti
Il British Museum elimina il busto del fondatore. Darwin diventa un “razzista” e Beethoven un suprematista bianco. Passato e cultura inglesi colpiti dal revisionismo
Roma. Qualche giorno fa il British Museum, l’istituzione culturale che di più ha fatto per riunire sotto lo stesso tetto il maggior numero di reperti antichi (dalla stele di Rosetta ai Fregi del Partenone), ha eliminato il busto del suo fondatore, Sir Hans Sloane, reo di legami con la schiavitù, in omaggio a Black Lives Matter. La stessa fine ora potrebbe fare la statua di Charles Darwin nella sala principale del Museo di storia naturale, sempre a Londra. Si vuole dimostrare che il naturalista, noto per le idee progressiste per il tempo sull’educazione dei figli, la schiavitù, il razzismo e lo sfruttamento del lavoro minorile e che ha spiegato che le razze non esistono ma discendiamo tutti dalla stessa specie, in realtà era un “razzista” e che il suo lavoro è compromesso con l’impero.
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- Giulio Meotti
Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.