Amherst capitale del mondo. Il racconto in bianco e nero di una città impaurita

Luca Fiore

Fotografie e ritagli. "Slant", il libro di Aaron Schuman

Amherst è una città di 38 mila abitanti nel New England, nello stato del Massachusetts. Qui è nato Aaron Schuman, fotografo, scrittore, curatore con un curriculum di tutto rispetto per i suoi quarantadue anni. La località è nota soprattutto per essere la città di Emily Dickinson. Oggi Schuman vive a Bristol, in Inghilterra e, di tanto in tanto, torna a far visita ai genitori. E’ durante uno di questi soggiorni che si appassiona alla lettura dei rapporti di polizia pubblicati sul locale “Amherst Bulletin”. “Assistenza ai cittadini. 4.14 a.m. – Un uomo che spalava la neve su State Street ha detto alla polizia di aver visto uno strano bagliore proveniente dal cielo a est, che avrebbe potuto essere qualcosa che andava a fuoco. La polizia ha stabilito che il bagliore era probabilmente provocato dal sorgere del sole”. Oppure: “Attività sospette. 5.53 p.m. – Una donna ha chiamato la polizia dopo essere stata avvicinata in centro città da un fotografo che le ha chiesto se poteva fotografare i suoi piedi. Il fotografo non è stato localizzato”. E ancora: “Lamentele per rumori – 7.19 p.m. – I residenti di The Boulders hanno riferito di un forte litigio tra un uomo e una donna con colpi contro le pareti che, nel proprio appartamento, hanno fatto cadere a terra un quadro. La polizia ha stabilito che i vicini erano impegnati in quella che è stata descritta come ‘copulazione troppo zelante’ e non stavano litigando”.

 

Schuman, in un primo momento, è colpito dall’effetto comico dei brevi testi e decide di raccogliere i Police reports. Man mano che procede nella lettura è affascinato dallo scarto tra lo stile burocratico del racconto e l’irrilevanza delle vicende riportate. I ritagli iniziano a evocargli immagini nello stile di Walker Evans, Lee Friedlander o Diane Arbus: “Reclami per animali – 6.30 p.m. – La polizia ha ricevuto la segnalazione di quattro cani seduti sul tetto di un’auto parcheggiata su Pray Street. La polizia non è stata in grado di trovare i cani e il veicolo”. Dopo due anni, Schuman torna a Amherst con la sua Yamiya Rz67, ma lascia a Bristol i ritagli. Di proposito. Non vuole che le sue immagini ne siano le proiezioni fedeli.

 

Il libro che ne è nato (Slant, Mack, 35 euro) , dove si raccolgono 46 fotografie e 50 ritagli, è introdotto da una poesia di Emily Dickinson che inizia dicendo: “Tell all the Truth / but tell i slant”. Dove “slant”, che è il titolo del libro di Schuman, è il termine con cui si definiscono quelle rime nelle quali non c’è una corrispondenza stretta tra i suoni, che giocano con assonanze o consonanze. Generalmente, si dice nei testi di metrica inglese, viene usata rendere un sentimento disarmonico. Così le immagini scattate ad Amherst diventano il racconto poetico in bianco e nero di una città impaurita, dentro le cui villette bianche cova una tensione di cui i Police Reports sono solo una delle manifestazioni.

 

Un granaio sui cui qualcuno ha scritto “In border patrol we trust”; uno scivolo per bambini montato sul tetto di una casa che dà sulla strada; i segni scuri di una frenata sull’asfalto di una strada in mezzo a un bosco; una grande ragnatela tra gli alberi illuminata dal sole. I rimandi obliqui al testo dei rapporti di polizia e le relazioni tra le immagini tradiscono uno sguardo che sa essere, di volta in volta, ironico o preoccupato, sarcastico o empatico. Perché quel bambino è vestito da poliziotto? E quelle due lapidi al cimitero, una con inciso “Helen” e l’altra con “Helen’s Mother”? Il libro termina con la polizia che racconta di gente che dorme in auto o finge di guardare le stelle. Poi la fotografia di un cartello con la scritta “Drive-in”, attorniata da stelle. L’ultima immagine sembra un cielo stellato, ma non può esserlo. Forse sono gli ultimi scampoli di luce di un fuoco d’artificio.

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