Un fotogramma della canzone "Baby it's cold outside" (1944) (Foto via youtube)

Cosa unisce Jihad e MeToo

Giulio Meotti

L’odio per “Baby it’s cold outside”, ora censurata in radio

Roma. Chi avrebbe mai pensato che “Baby, It’s Cold Outside”, un classico delle musiche natalizie da settant’anni, sarebbe stato accusato di essere una sorta di ode allo stupro? Eppure accade anche questo nel tempo del MeToo, dove la Carmen di Bizet d’altronde non muore più per combattere il femminicidio. Così alcune radio americane – su richiesta degli ascoltatori – hanno eliminato “Baby, It’s Cold Outside” dalla programmazione. Come è noto, la canzone è un duetto, l’uomo che insiste e la donna che resiste. “Devo andare a casa”, canta lei; “ma oiccola, fa freddo fuori”, replica lui. E le offre da bere un altro drink. Lei si chiede cosa ci sia nel bicchiere.

 

La canzone fu realizzata da Frank Loesser nel 1944 per la moglie Lynn Garland. Da allora è diventata un classico di Natale ed è stata rivisitata da Lady Gaga, Michael Bublé e Tom Jones fra gli altri. “Abbiamo forse raggiunto il punto in cui il calore e il romanticismo sono illegali?”, si è chiesto su Fox News il commentatore Tucker Carlson. Ha iniziato una stazione radio di Cleveland, Ohio, che ha deciso di rimuovere “Baby It’s Cold Outside” dalla playlist in seguito alle lamentele degli ascoltatori. I media locali riferiscono che gli ascoltatori hanno detto che la canzone era diventata inappropriata e in contrasto con il movimento MeToo.

 

Sull’emittente Wdok, che ha censurato la canzone, il conduttore radiofonico Glenn Anderson ha detto: “Il mondo in cui viviamo è estremamente sensibile ora e le persone si offendono facilmente, ma in un mondo in cui il MeToo ha finalmente dato alle donne la voce che meritano, la canzone non ha spazio”. Una isteria che iniziò con uno scherzo. In un articolo scritto da Rob McKenzie e Joe Bodolai sul National Post si leggeva: “In breve, l’uomo fa bere la donna nonostante lei non voglia, e lo fa per approfittare di lei”. Secondo i giornalisti l’articolo doveva essere una battuta sul politicamente corretto di quel periodo. Ma oggi sono gli stessi argomenti che vengono discussi con serietà.

 

Sul Wall Street Journal ieri ne ha scritto anche Michael Mukasey, già procuratore generale degli Stati Uniti (2007-09), ricordando che anche il moderno jihadismo si è ispirato nel suo odio per l’occidente proprio a “Baby It’s Cold Outside”. “Negli anni Quaranta, uno scrittore egiziano dipendente del ministero dell’Istruzione aveva aspramente criticato il governo del re Farouk come insufficientemente islamico. Lo scrittore, Sayyid Qutb, venne premiato con una borsa di studio in America, apparentemente per farlo uscire dal paese”.

 

Qutb arrivò al Colorado State College of Education di Greeley nel 1948. “Il suo disprezzo si è trasformato in repulsione quando Qutb ha visto un ballo: ‘La sala si contorceva alle melodie del grammofono ed era piena di gambe seducenti. Le braccia giravano intorno alla vita, le labbra incontravano altre labbra e l’atmosfera era piena di passione’”. La canzone suonata in quel contesto era proprio “Baby, It’s Cold Outside”. Per Qutb, incarnava il degrado morale dell’occidente. Tornò in Egitto, lasciò il servizio civile, si unì ai Fratelli Musulmani e divenne il leader spirituale dell’organizzazione. Qutb fu arrestato e torturato per essersi opposto a Gamal Nasser, ma continuò a combattere la civiltà occidentale.

 

Alla fine fu condannato per cospirazione contro il governo di Nasser e impiccato nel 1966. Il fratello fuggì in Arabia Saudita, insieme ad altri membri della Fratellanza, e alla fine divenne il mentore di un giovane: Osama bin Laden. “Baby, It’s Cold Outside”, intollerabile e frivolo libertinismo, sia per i jihadisti come per le novelle femministe. Ma a differenza dei primi, le erinni censorie non fanno saltare in aria gli avversari. Fanno soltanto molto ridere.

Di più su questi argomenti:
  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.