Tariq Ramadan

A Oxford si oscura la mezzaluna di Ramadan, seduttore islamico dei borghesi

Giulio Meotti

Einaudi, Corriere della Sera, governi. Aveva conquistato tutti

Roma. Cosa sarebbe successo se Harvey Weinstein, accusato di molteplici stupri e molestie sessuali, avesse gridato al “complotto antisemita”, l’Academy lo avesse lasciato al suo posto e i colleghi si fossero esposti a sua difesa, dicendo che Weinstein era pur sempre “un insigne produttore”? E’ quello che stava per succedere con Tariq Ramadan, il celebre islamologo svizzero accusato da diverse donne di stupri e molestie sessuali.

 

Adesso altre quattro nuove accuse arrivano dalla Svizzera, dove alcune ex studentesse dicono di essere state abusate da Ramadan. Riporta la Tribune de Geneve che una di queste donne dice di aver fatto sesso con Ramadan quando aveva quindici anni nel retro di un’auto. E cosa avevano pensato di fare gli accademici di Oxford dove Ramadan insegna? Ovviamente lasciargli la cattedra.

 

Una militante inglese per i diritti delle donne, Aischa Ali-Khan, aveva raccolto le firme per cacciare Ramadan dalla prestigiosa università. “Nelle due settimane precedenti, un certo numero di donne ha denunciato le aggressioni sessuali e la condotta inappropriata del professor Tariq Ramadan. Le ultime accuse mostrano che il professor Ramadan ha abusato della sua posizione facendo sesso con almeno tre delle sue studentesse, una delle quali era minorenne. Chiediamo a Oxford di sospendere immediatamente il professor Ramadan fino a che queste e le precedenti accuse fatte in altri paesi siano completamente chiarite. Mentre crediamo nella massima che si è innocenti fino a prova contraria, l’Università di Oxford non può semplicemente continuare a mettere a rischio il benessere dei suoi studenti”.

 

 

Dalla prima accusa di stupro due settimane fa, gli studenti riferiscono che Ramadan aveva tenuto un seminario a Oxford e che era stato visto “ridere” con i membri delle facoltà. In risposta alle richieste degli studenti e alla raccolta delle firme, i senior della facoltà avevano così organizzato una riunione “per affrontare le implicazioni per il benessere degli studenti derivanti dalle accuse”.

  

La risposta ufficiale era arrivata dal direttore del Centro per il medio oriente, Eugene Rogan, che aveva detto: “Non si tratta solo di violenza sessuale. Per alcuni studenti è solo un altro modo per gli europei di combattere contro un insigne intellettuale musulmano. Dobbiamo proteggere gli studenti musulmani che credono e si fidano di lui”. Sì, abbiamo letto bene.

 

Martedì è arrivata la decisione dell’università: “congedo”. La mezzaluna di Tariq Ramadan si sta dunque oscurando in quella prestigiosa università che, dal 2009, gli aveva dato il maggior lustro. La cattedra di Ramadan a Oxford era stata finanziata dal Qatar, che soltanto nel 2015 aveva donato undici milioni di sterline per rinnovare il college di Oxford dove insegna Ramadan. Una storia che rischia di affondare uno dei grandi barconi multiculturali europei.

 

Ramadan, infatti, è stato a lungo il conferenziere amato dalla gauche francese, il consulente di Tony Blair e David Cameron, l’affabulatore della gioventù delle periferie, il maestro nell’arte di séduire le bourgeois, il moralizzatore del velo e del “pudore” islamico, l’imbonitore che voleva “discutere” della lapidazione, il terzista che non si disse Charlie, l’islamologo pubblicato con i blasoni editoriali (Einaudi in Italia) e che, un anno fa, dalle colonne del Corriere della Sera predicò “la regione al servizio di Allah”. Mentre al proprio di servizio pare ci mettesse un po’ di concubine.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.