Salvare un patrimonio culturale dopo la catastrofe. L'inondazione di Firenze del '66 raccontata su Sky Arte

Francesca Parodi
Un documentario racconta non solo la devastazione provocata dall'Arno, ma anche la fase successiva della ricostruzione, la solidarietà internazionale e la nascita di centri di restauro all'avanguardia

In occasione del cinquantesimo anniversario dell’alluvione che colpì Firenze nel 1966, durante le celebrazioni ufficiali di venerdì 4 novembre, sarà presentato in anteprima il documentario “Firenze 66 – Dopo l’alluvione”. Ad assistere alla proiezione sarà presente anche il presidente Sergio Matterella. Il filmato, prodotto da Alkermes e Sky Arte HD e diretto dal regista fiorentino Enrico Pacciani, raccoglie le testimonianze dirette di chi visse quel dramma e i commenti degli esperti, insieme a immagini e documenti d’archivio, per raccontare la forza distruttrice dell’Arno che provocò 17 morti nella sola città di Firenze. Il documentario mostra però anche l’altro lato della medaglia, cioè la fase successiva della ricostruzione, l’impegno dei fiorentini nel ripristinare le bellezze artistiche danneggiate e le innovative tecniche di restauro utilizzate.

 

Da questo racconto emerge anche lo spirito di solidarietà internazionale che ha permesso alla città di rimettersi in piedi: subito dopo la catastrofe, centinaia di giovani volontari poco più che diciottenni, chiamati gli “Angeli del Fango”, accorsero a Firenze da tutto il mondo per portare il proprio aiuto. L’amore per l’arte e il desiderio di proteggere un prezioso patrimonio culturale li spinse a superare le divisioni provocate dalla Guerra Fredda e a organizzare la prima grande mobilitazione giovanile spontanea del Dopoguerra.

 



Il coinvolgimento di specialisti internazionali nella conservazione di beni culturali contribuì notevolmente a dare vita a centri d’avanguardia, come l’Opificio delle Pietre Dure, dove l’attività del restauro cessò di essere considerata un mestiere artigianale per ottenere il rango di vera e propria disciplina scientifica. Le immagini del documentario illustrano così con quali tecniche fu possibile salvare opere medievali e rinascimentali, come l’Ultima cena di Giorgio Vasari o il Crocifisso di Cimabue, oltre che milioni di volumi a stampa e manoscritti, oggi conservati nel Museo Novecento. Un esempio positivo a cui guardare dopo l’ultimo terremoto che ha devastato l’Italia centrale e che ha acceso il dibattito sulla ricostruzione.

 



 

L’obiettivo di questo filmato, sottolinea Andrea Zappia, amministratore delegato Sky Italia, è quello di “valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio culturale italiano. Un patrimonio fatto non solo di grandi opere d’arte, ma anche di uomini e di storie che hanno lasciato un’impronta nella vita del paese, contribuendo a costruirne l’identità e a dare forma a quei valori positivi che tengono unita tutta la comunità”.

 

Il documentario verrà proiettato contemporaneamente a Palazzo Vecchio, a Firenze, e nel Cinema Teatro della Compagnia. Successivamente, andrà in onda il 5 movembre alle 21:15 su Sky Arte HD e verrà mostrato agli studenti delle scuole di Firenze e provincia, grazie alla collaborazione tra l’Ufficio regionale scolastico del Miur per la Toscana e la Fondazione Cassa Risparmio di Firenze.