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Per la Puglia parte il treno dei colpevoli

Redazione
E’ colpa di Renzi, della regione, dei politici. Persino della Fornero. Intanto il binario unico viene prosciolto, gli stessi giornali che ieri lo condannavano rilevano che c’entra poco o nulla: il problema sono i sistemi di controllo e sicurezza.

Assolto il binario unico, in appello. In primo grado, cioè ieri, era stato condannato da tutti i giornali che titolavano in prima pagina: “Morire sul binario unico”, “Apocalisse sul binario unico”, “La strage del binario unico”. Oggi invece il binario unico viene prosciolto, gli stessi giornali rilevano che c’entra poco o nulla: il problema sono i sistemi di controllo e sicurezza. La colpa quindi è del blocco telefonico, il sistema di gestione e autorizzazione del traffico che a differenza del blocco elettronico non riesce a sopperire all’errore umano. Colpa del telefono perciò e naturalmente dell’errore umano. Ma la ricerca delle responsabilità non può fermarsi qui, bisogna andare più in alto e trovare i veri responsabili. Così su Repubblica c’è un’analisi profonda e sofisticata che solo un intellettuale del calibro di Roberto Saviano poteva fare: “Piove, governo ladro”. Lo scrittore napoletano non lo dice per qualunquismo, ma per senso del dovere: “Ci sono responsabilità tecniche, responsabilità politiche locali e responsabilità nazionali: non è sciacallaggio evidenziarle, ma irresponsabilità tacerle”. E’ colpa di Renzi e sciacallo è chi non lo dice: “Questo governo, come i precedenti, è in ritardo al Sud, non ha una visione né ha saputo provare a modificare la classe dirigente”. Incidente, governo ladro.

 

Libero invece mette in prima pagina la foto dei politici pugliesi “Felici per il treno della strage”, sono Nichi Vendola, Michele Emiliano e altri sindaci, che all’inaugurazione della tratta “festeggiavano il treno della carneficina”. Colpa quindi della politica locale più che nazionale. Sul Fatto quotidiano interviene il grillino Giuseppe D’Ambrosio, per dire che è inutile distinguere tra locali e nazionali, sono tutti colpevoli: “Governo, regione e comuni si rimbalzano le responsabilità. Ma nessuno è innocente”. Sempre sul Fatto il comico pugliese Pinuccio dice che “la colpa è di tutti, della politica e nostra (me compreso sia chiaro) che non ci incazziamo abbastanza”. E’ colpa di tutti quindi, ma di più di Elsa Fornero, come riporta Francesco Merlo su Repubblica intervistando un ferroviere: “E’ una vita di sacrificio che lo Stato non ci riconosce. L’Istat ci assegna un’aspettativa di vita di 64 anni ma, con la legge Fornero, ci manda in pensione a 67”. Con questi calcoli muoiono prima di andare in pensione, in pratica non esistono ferrovieri pensionati. Peccato che stando ai dati dell’Inps il Fondo speciale delle Ferrovie segni un rosso che nel solo 2013 ammontava a 4,2 miliardi di euro, eroghi 151 mila pensioni di vecchiaia e anzianità e il 96 per cento dei ferrovieri percepisca una pensione superiore ai contributi versati. I conti non tornano. Ma non basterà a scagionare la Fornero, di sicuro c’entra pure lei, qualcosa avrà fatto.

 

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