Foto di . abdelkader1001 via Unsplash

Tre cifre contro il telemarketing invadente. Il "codice" Agcom contro molestie e truffe telefoniche

L'autorità introduce un sistema di numerazione breve certificata per rendere immediatamente riconoscibili le chiamate legali e contrastare spoofing, call center abusivi e truffe telefoniche. Basterà?

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha ufficialmente avviato una nuova fase della battaglia contro il telemarketing invadente e le truffe telefoniche. Dopo i primi interventi tecnici diventati operativi negli ultimi mesi, l’Autorità ha proposto un sistema innovativo: attribuire a tutti gli operatori legali un numero identificativo di tre cifre per le chiamate in uscita e per l’invio di messaggi, così da consentire agli utenti di riconoscere immediatamente una comunicazione autentica da una potenziale molestia o truffa.

 

Un codice per distinguere il legittimo dal sospetto

La sperimentazione, iniziata il 17 dicembre e durerà 45 giorni - poi l'Agcom deciderà se renderla definitivamente operativa -, prevede che le aziende e gli operatori che rispettano tutte le normative debbano utilizzare numerazioni brevi composte da tre cifre come identificativo delle proprie chiamate commerciali o informative. L’idea è semplice: se sul display del telefono compare un numero di tre cifre, il consumatore saprà con certezza che la telefonata proviene da una fonte affidabile come la propria banca, un’assicurazione o il gestore di servizi, e non da un call center sospetto o fraudolento.

Secondo gli esperti dell’Agcom, questa soluzione tecnica è efficace perché tali numeri non possono essere replicati dall’estero, eliminando così il trucco più utilizzato dai call center aggressivi: il cosiddetto spoofing, ossia la falsificazione del numero del chiamante per apparire come un numero italiano legittimo.

 La proposta dei numeri a tre cifre si inserisce in una strategia più ampia di contrasto al telemarketing invasivo che ha visto l’autorità agire, da anni, su più fronti. A partire dallo scorso agosto l’Agcom ha infatti reso operativo un blocco anti-spoofing per le chiamate provenienti dall’estero con numeri fissi italiani; a novembre la stretta è stata estesa anche ai numeri mobili falsificati, con risultati significativi. I dati indicano che, dopo il blocco introdotto, il traffico di telefonate mobili fraudolente con numerazione italiana proveniente dall’estero è passato da decine di milioni al giorno a una quota molto inferiore, dimostrando l’efficacia dei filtri tecnici attivati dagli operatori di rete.

 

Reazioni dal mondo dei consumatori

Le associazioni dei consumatori hanno accolto la novità con un mix di soddisfazione e prudenza. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, ha definito la proposta come un possibile passo avanti, ma ha anche sottolineato la necessità di garantire che il codice a tre cifre sia univoco per ciascun operatore e non confonda i cittadini tra telemarketing e servizi di assistenza. Il Codacons ha espresso un giudizio simile, evidenziando che, sebbene la misura sia attesa da tempo e potenzialmente utile, il fenomeno del telemarketing aggressivo non è certo debellato: dopo i blocchi tecnici, infatti, parte del traffico irregolare si è spostato verso numerazioni estere o verso nuove tecniche di elusione.

 

Verso il 2026

Se la consultazione pubblica confermerà la fattibilità tecnica e l’utilità della proposta, i numeri a tre cifre potrebbero diventare una realtà operativa già nei primi mesi del 2026. Una volta attivi, offriranno ai consumatori uno strumento immediato per riconoscere la legittimità di una chiamata commerciale, potenzialmente riducendo la frustrazione e l’esposizione alle truffe telefoniche.

La sfida, adesso, è accompagnare l’innovazione tecnica con adeguate misure di enforcement e supervisione, affinché la nuova numerazione non diventi un’altra semplice etichetta, ma uno strumento concreto di tutela per cittadini e imprese rispettose delle regole.

Di più su questi argomenti: