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Editoriale

La mania di regolamentare tutto

Redazione

Un disegno di legge depositato alla Camera imporrebbe l'obbligo agli amministratori di un condominio di essere laureati. Non solo, le revisioni condominiali andranno presentate alle Camere di commercio. Un'altra complicazione inutile che rende la vita più difficile a milioni di cittadini

E’ stato depositato alla Camera un disegno di legge che impone l’obbligo per gli amministratori di condominio di essere in possesso di una laurea, anche se l’amministratore è uno dei condòmini. Si dice che la proposta goda di appoggi bipartisan, il che non toglie che sia un (altro) modo per rendere la vita difficile, senza alcuna ragione, a milioni di cittadini. I condomìni sono moltissimi, lo sono anche le villette o i casolari bifamiliari, e la loro amministrazione è spesso semplicemente l’applicazione di un rapporto di buon vicinato. Imporre obblighi cervellotici e costosi, ai quali, nella proposta depositata, se ne aggiungono altri, come quello di presentare le revisioni condominiali alle Camere di commercio, è solo un modo per rendere più complicata e burocratica una funzione che nella stragrande maggioranza dei casi va bene così com’è oggi. Peraltro un buon amministratore, se si trova di fronte a problemi tecnici complessi, si rivolge a qualche consulente esterno competente nella materia, mentre il fatto che possieda una laurea, magari in Letteratura classica, non garantisce affatto che abbia personalmente le competenze richieste per affrontare problemi specifici che si presentano in una percentuale minima dei casi. La mania di regolamentare tutto, di rendere sempre più difficile la vita alle persone comuni, è un vizio che la politica deve abbandonare, altrimenti l’idea che lo stato non è la soluzione ma il problema (come disse Ronald Reagan in una famosa intervista) rischia di diventare senso comune. C’è da sperare che in Parlamento ci si renda conto che complicare la vita ai cittadini senza ragioni è controproducente, che la proposta finisca nel cestino, però vale la pena di segnalare la sua presentazione perché è il sintomo di una pericolosa tendenza contro la quale è bene vigilare. Imposizione di obblighi dovrebbe essere considerata l’extrema ratio quando non ci sono altre soluzioni, non il modo ordinario di legiferare nell’assoluta indifferenza per i danni e i costi che si mettono a carico dei cittadini.

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