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a verona
Cancellata l'esibizione del baritono russo Abdrazakov considerato vicino a Putin
La Fondazione Arena di Verona ritira l’invito al cantante dopo l’appello della Anti-Corruption Foundation di Navalny. Il ministro Giuli: “Scelta giusta, la cultura non sia strumento di propaganda”
"Ildar Abdrazakov non prenderà parte all'opera Don Giovanni, in programma al Teatro Filarmonico di Verona dal 18 al 25 gennaio 2026". Lo ha annunciato con questa breve nota la Fondazione Arena di Verona, dopo le proteste contro l'esibizione del baritono russo, giudicato vicino alle posizioni di Putin. La decisione è stata presa poche ore dopo che l'Anti-Corruption Foundation, fondata dall'oppositore russo deceduto in carcere Alexey Navalny, aveva lanciato un appello contro l'esibizione di Abdrazakov perché considerato un "sostenitore pubblico di Vladimir Putin".
Nel 2024 era stato rappresentante di fiducia per la campagna presidenziale dello zar e ora è il direttore del Teatro dell'Opera e del Balletto di Sebastopoli, nella Crimea occupata da Mosca dal 2014. La Fondazione aveva chiesto al teatro di "sostituire l'artista e di stabilire uno standard chiaro: i palcoscenici europei non devono fornire una piattaforma ai sostenitori pubblici attivi della guerra del Cremlino". L'Anti-Corruption Foundation ha anche accusato Abdrazakov di essere "ansioso di raggiungere l'Europa, soprattutto perché possiede una lussuosa villa qui". A sollevare la questione era stata qualche settimana prima anche l'associazione culturale Liberi Oltre le Illusioni che, rivolgendosi alla Fondazione Arena di Verona, ai suoi soci fondatori e al Teatro Filarmonico aveva chiesto "di agire con responsabilità e di bandire Ildar Abdrazakov" perché “ospitarlo significa normalizzare il regime di Putin e i suoi crimini. Non si tratta di censurare le opinioni di un artista, né di censurare un’intera nazione, qual è la Russia. Si tratta invece di responsabilità civica e opposizione alle sue azioni".
La vicenda di Abdrazakov ha richiamato alla memoria un altro fatto accaduto di recente. A luglio scorso la direzione della Reggia di Caserta ha annullato il concerto del direttore d'orchestra russo Valery Gergiev alla Reggia dopo giorni di proteste, lettere e petizioni che hanno raccolto oltre 16 mila firme, fatto che ha scatenato anche uno scontro con l'ambasciata russa a Roma.
Sulla decisione della Fondazione Arena di Verona è intervenuto anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli: "Approvo la scelta. Le arti e più in generale la cultura russa sono sempre benvenute in Italia quando rappresentano un veicolo di dialogo e pacificazione fra i popoli. Non così, invece, quando diventano lo strumento di propaganda al servizio di un potere dispotico che non può e non deve avere diritto di cittadinanza nel mondo libero".
Mentre su X la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno ha scritto: "Abbiamo nuovamente vinto contro la propaganda di Putin e del Cremlino. Abdrazakov non si esibirà all'Arena di Verona. Grazie a The Anti-Corruption Foundation e Yulia Navalnaya e a tutte e tutti voi che vi siete mobilitati".