Nell'aggressione al pullman del Pistoia basket lo sport e il tifo non c'entrano: c'entra la follia del branco

Umberto Zapelloni

Dopo la partita a Rieti, agguato e sassaiola contro il bus dei tifosi sulla superstrada in direzione Terni. Un mattone sfonda il parabrezza e uccide l’autista. Tensioni tra tifoserie, vecchi gemellaggi e violenza pianificata. Le autorità cercano i responsabili. Meloni: "Gesto vigliacco e criminale"

Il tifo, lo sport c’entrano poco o nulla. Nel caso dell’aggressione subita dal pullman dei tifosi di Pistoia si tratta di follia bella e buona. “Un atto di violenza inaccettabile e folle. Confido che i responsabili di questo gesto vigliacco e criminale vengano individuati e assicurati rapidamente alla giustizia”, ha subito twittato la premier Giorgia Meloni alla cui dichiarazione ha fatto seguito quella del ministro Abodi: “Ma come è possibile morire così, mentre si torna a casa dopo una partita di basket? È sconvolgente l’assalto perpetrato questa sera vicino Rieti da delinquenti che si sono trasformati in assassini e non potranno mai essere definiti tifosi. Le nostre condoglianze alla famiglia del secondo autista del pullman dei tifosi di Pistoia, colpito a morte dalla follia omicida”. Stiamo parlando di Serie A2 di basket, il secondo campionato del secondo sport di squadra italiano. Una partita tra due piazze storiche per la palla a spicchi, Rieti e Pistoia hanno frequentato per anni l’élite del basket italiano, squadre e città frequentate dal giovane Kobe Bryant perché suo padre ai tempi aveva giocato sia a Rieti che a Pistoia.

  

Che cosa abbia provocato la sassaiola contro il pullman dei tifosi di Pistoia che stavano tornando a casa dopo la vittoria è ancora al vaglio degli inquirenti. Un mattone ha sfondato il parabrezza e centrato alla trachea il secondo autista, che è morto sul colpo nonostante i tentativi di rianimazione. Si chiamava Raffaele Marianella, di 65 anni e residente a Firenze. La vittima di un gesto di follia di gente che non è in grado di valutare le conseguenze di quello che fa. Durante la partita disputata al PalaSojourner, raccontano le cronache, c’erano già stati momenti di tensione tra le due tifoserie ed era dovuta intervenire la polizia. Ma nessuno si immaginava un agguato simile e il pullman con i 45 tifosi reatini era stato scortato senza problemi fuori città. L’agguato era però stato pianificato sulla superstrada in direzione Terni nei pressi del bivio di Contigliano.

  

Le due tifoserie non si amano, ma mai in passato c’erano stati scontri che potessero far presagire una tragedia simile. Le prime ricostruzioni parlano di tensioni cresciute a causa di gemellaggi incrociati tra le tifoserie. Rieti è gemellata con Scafati, Pistoia con Cento, alleanze che hanno fatto dissotterrare vecchi litigi. Nulla che però possa giustificare un agguato vile, diventato pure assassino quando il mattone che ha sfondato il finestrino ha centrato il secondo autista. Quella che doveva essere solo una tranquilla domenica di sport si è trasformata in un’assurda tragedia in cui lo sport non c’entra nulla. C’entra la follia del branco, travestito in gruppo di ultrà, che non è in grado di valutare le conseguenze di un gesto, di capire che tirare un mattone contro il finestrino di un pullman può provocare dei morti. Non si sa l’età dei colpevoli, ma l’impressione è che possa essere gente fuori dalla realtà, abituata ad aggredire gli altri sui videogiochi senza capire i danni che possono creare certe azioni. Gesti che assomigliano a tante altre follie di cui sono piene le pagine di cronache in questi tempi.

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