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Editoriali
Difendere la libertà di Ranucci significa difendere la libertà di tutti
Non si tratta di assenza dello stato, ma del pericolo che corre la libertà di informazione aggredita da criminali probabilmente assoldati da chi ha interesse a evitare che si appunti su di loro l’interesse suscitato dalle inchieste
L’attentato subito da Sigfrido Ranucci, che avrebbe potuto avere esiti tragici su di lui e sulla sua famiglia, un atto vigliacco e criminale di intimidazione, è stato unanimemente condannato da istituzioni e forze politiche, il che va bene, ma lascia aperti preoccupanti interrogativi. L’autore di Report, al quale esprimiamo la nostra più sincera solidarietà, è un rappresentante, tra i più autorevoli e seguiti, del giornalismo di inchiesta, un genere che purtroppo è sempre meno praticato e, anche per questo, deve essere salvaguardato al massimo. Non si tratta di assenza dello stato, che in seguito a precedenti minacce aveva provveduto a mettere il giornalista sotto protezione (che però non ha funzionato perfettamente), ma del pericolo che corre la libertà di informazione aggredita da criminali probabilmente assoldati da chi ha interesse a evitare che si appunti su di loro l’interesse suscitato dalle inchieste.
La libertà d’informazione va difesa sempre, anche chi considera lesi propri interessi legittimi può replicare alle informazioni delle inchieste, controargomentando, appunto perché la libertà di informazione vale per tutti. Chi invece reagisce mettendo o facendo mettere degli ordigni esplosivi, sicuramente non ha interessi legittimi da difendere, ma vuole intimidire o addirittura uccidere chi denuncia pubblicamente fenomeni di malaffare. E’ urgente individuare e punire col rigore della legge mandanti e esecutori di questa barbarie, oltre che per l’ovvia esigenza di perseguire gli autori di un reato, per difendere la libertà di tutti, che ha come sentinella essenziale l’informazione libera. Non è tollerabile che cercare verità diventi pericoloso, perché in questo modo si consente a chi pratica illeciti di esercitare una pressione illegale e criminale ma non privo di efficacia. Il modo più serio di esprimere solidarietà a Ranucci è insistere perché si faccia il possibile, utilizzando tutti gli strumenti disponibili, compresi quelli dei servizi di informazione, per sgominare chi punta a tappargli la bocca. Senza se e senza ma.