
Foto Ansa
in Versilia
Armani si compra la Capannina a Forte dei Marmi
Nell’estate del grande scontento balneare lo stilista acquista lo storico localone versiliano. Maledetta nostalgia
Insomma Armani si compra la Capannina del Forte dei Marmi. E non si sa cosa ci farà con lo storico localone versiliano, di certo non andrà a fare quattro salti, data l’età pur portata con baldanza. Ha detto piuttosto che l’ha preso per motivi sentimentali, lì infatti conobbe lo storico compagno Sergio Galeotti, che era di quelle parti, e quale luogo più perfetto del resto per un grande effetto nostalgia: lì, nel night inaugurato nel ’29 son passati tutti, da Ray Charles a Gloria Gaynor, e naturalmente sovviene “Sapore di mare”, il film dei Vanzina che reinventò il Forte e soprattutto il concetto di malinconia anni 60 anche se il film fu girato negli 80 e in gran parte a Fregene, come si sa. Compreso di scene leggendarie (“Mamma, ma com’era all’epoca tua?” chiede, alla Capannina, il figlio alla stupenda mamma in crisi Virna Lisi. “Ma che ne so… era diverso. Ci batteva il cuore”, e poi Marina Suma antico amore di Jerry Calà scemo che non la riconosce, insomma le cose che tutti metteremo nel nostro articolo di oggi).
A voler essere meno romantici, quello di comprarsi piccoli locali “igonigi” (rigorosamente con la g) da parte dei grandi marchi della moda è un andazzo che va avanti ormai da tempo. Se Arnault a Milano ha comprato Cova, al Forte Prada (già specializzata in pasticcerie, a Milano con Marchesi) ha preso il caffè Principe, che è diventato elegantissimo e carissimo e frequentato solo da arabi. Come un po’ il centro stesso del Forte che sembra ormai un po’ Dubai, coi suoi bar e i monomarca tirati a lucido (mentre le ville soprattutto del quartiere “Roma imperiale” hanno sempre il loro fascino, tra i pitosfori e i tennis). L’operazione Capannina arriva poi nell’estate del grande scontento spiaggistico, con gli stabilimenti vuoti e le tristi parate di lettini deserti, insomma nel 2025 della spoon river balneare. Nell’estate in cui una volta tanto in Italia la mano invisibile del mercato funziona, nello specifico dando una raddrizzata agli stabilimenti, che tipo coloni colonizzano con le loro concessioni la gran parte delle spiagge, lasciando ai poveri fruitori delle parti libere, magari “fagottari”, pochi centimetri (ma ora che nessuno ci va più, gli converrà ancora colonizzare?).
Però il Forte, si sa, è un’altra cosa, al Forte il mare non conta, conta lo stabilimento, anzi il “bagno”. Al Forte vale tutto quello che c’è attorno, al mare; il mezzo con cui ci arrivi (auto o bici d’epoca o fuoriserie), e come sei vestito, in quale non-colore è la tua camicia di lino e quali piccoli disegni ha il tuo costume (solo e soltanto boxer), e quale modello di Rolex possibilmente un po’ graffiato indossi, e infine, eccoli, i bagni, con le cabine, coi loro colorini, con le loro righine: lì al Forte devi averlo per forza l’ombrellone, o meglio ancora la tenda, che costa come un appartamento a Milano di Catella. E il mare? Ma chi ci è mai entrato: dopo tutto questo sforzo e sfarzo, arrivarci è lontanissimo, centinaia di metri di spianata di sabbia, e poi per quello si va o si è già stati in Sardegna o alle Eolie. Insomma, il Forte coi suoi stabilimenti, i suoi bar, i negozi, e ora la Capannina ri-brandizzata Armani diventerà forse un grande monumento, un grande parco a tema sulla Grande Villeggiatura Italiana di un tempo che fu, che nessun italiano si può più permettere, ma che tutti possiamo però rimpiangere (“Mamma ma com’era all’epoca tua? Ma che ne so… era diverso! Avevamo il potere d’acquisto”, vabbè).