
Fratelli Coltelli. La passione tutta italiana per la lama riaccende i casi di cronaca nera
Il caso di Alessandro Venier, ucciso e fatto a pezzi dalla madre e dalla compagna, si riaggancia a storie passate da Grand Guignol. Il disagio minorile e le liti che finiscono in tragedia
L’estate dei lunghi coltelli: sarebbe una formula giornalistica facile, anche se probabilmente imprecisa. E’ vero. Le cronache di questi giorni sono piene di notizie del genere: dalle Alpi al Lilibeo, come si diceva una volta. Al nord-ovest. Ivrea: “Un rapinatore solitario ha assaltato armato di coltelli la farmacia di corso Nigra”. Torino: “Maxi rissa con coltelli e mazze chiodate: quattro persone in carcere per tentato omicidio”. Cuneo: “Coltelli, bastoni e tre poliziotti finiti in ospedale: nuovi episodi di violenza in carcere”. Genova: “Coltelli e bottigliate in centro storico”. Lodi: “Rapine e coltelli: si stringe il cerchio”. Cremona: “Denunciato un 36enne per possesso di arnesi da scasso e coltelli”. Oggiono, provincia di Lecco: “Ragazzi incappucciati armati con coltelli in centro”. Mantova: “Ragazzo di 18 anni accoltellato a una gamba da un coetaneo”.
E al Nord-Est. Brennero: “Andava in giro con un arsenale: i carabinieri gli sequestrano coltelli, tirapugni e sfollagente”. Bassano: “Aggressione a bastonate e coltelli in centro, tre indagati”. Chioggia: “Coltelli in tasca, droghe e alcol alla guida: durante l’ultimo weekend, i carabinieri hanno fatto un servizio coordinato di controllo del territorio”. Castelcucco, provincia di Treviso: “‘Scusati o ti ammazziamo’: baby gang si presenta sotto casa del 14enne e lo minaccia con un coltello alla gola Il giovane accerchiato dal branco sotto casa, la mamma denuncia: ‘Erano in 4, gli hanno messo un coltello alla gola’”. Castelfranco Veneto: “Lorenzo Cristea ucciso con cinque coltellate per difendere l’amico: un video incastra i suoi assassini. Arrestati due giovani: la lite scoppiata per un tavolo”. Rovigo: “Rissa con coltelli e bottiglie rotte nel centro, ucciso un ragazzo di 23 anni”. Trieste: “Tre coltelli e tirapugni nei bagagli, 18enne fermato prima della crociera”.
Ma anche verso il centro. Bologna: “Coltelli, cocaina ed eroina in Bolognina. I controlli dei carabinieri della Stazione Navile”. Comacchio: “Nella nottata del 7 agosto, i Carabinieri del Posto Fisso Stagionale di Lido delle Nazioni hanno arrestato un turista 18enne residente nel milanese perché trovato in possesso di droga e coltelli intrisi di sostanza stupefacente”. Riccione: “Pistola, coltelli e tirapugni: la Polizia Locale ferma un 21enne armato nel centro”. Arezzo: “Nasconde in auto fucile, cannocchiale e coltelli: arrestato”. Ancona: “Choc in corso Carlo Alberto: entra in un negozio armato di coltelli e minaccia il titolare”. Canale Monterano, Città Metropolitana di Roma: “Anziana di 80 anni minacciata con un coltello e violentata in casa da un rapinatore”.
E al sud. Pescara: “Due ventenni in giro con i coltelli, interviene la polizia: denunciati”. Caserta. “Smartphone, coltelli e droga trovati all’interno del carcere”. Napoli: “Furti e ragazzi con i coltelli. La denuncia shock sul concerto di Sfera Ebbasta”. Campagna, provincia di Salerno: “Rissa alla Chiena. Un ragazzo colpito da una coltellata, al tradizionale evento folcloristico locale che si tiene ogni estate, con le strade inondate da fiumi d’acqua e battaglie a secchiate”. Lecce: “Chiede una birra e ne riceve una calda: scoppia la lite e spuntano anche i coltelli”. Taranto: “Armi e coltelli nascosti tra case e strada: tre denunce in poche ore”. Palermo: “Rissa e accoltellamento in corso dei Mille, due giovani feriti in ospedale”. Sennori, Città Metropolitana di Sassari: “Coltelli e sangue alla festa del patrono. 6 feriti, uno grave; arrestato 18enne”. E ci sono anche nord e sud che si toccano. “Torinese di 79 anni accoltella in Basilicata la barista 28enne di cui si era invaghito, poi spara ai carabinieri e si suicida”.
Ma non ci sono solo i coltelli. “Fermato di notte con un’ascia nello zaino: tenta inutilmente la fuga. Denunciato a Bolzano”. “Un ventenne italiano, soccorso in via Michelangiolo, con una profonda ferita alla schiena provocata probabilmente con un pezzo di vetro”. “Roma, autista lo richiama: ‘Non si fuma sul bus’. Passeggero attacca con una sega”. “Blitz dei carabinieri a Miranda. Sequestrati droga, coltelli e mannaie”. E con un seghetto a Gemona, madre italiana e compagna colombiana, la “figlia che lei non aveva mai avuto”, hanno fatto a pezzi Alessandro Venier, figlio non riconosciuto di un egiziano, dopo averlo stordito con sonnifero e insulina, tentato di strangolare con un cuscino e finito con un laccio. Una storia da Grand Guignol che in questa retrospettiva sull’uso e abuso di armi bianche in Italia non solo rappresenta un drammatico salto di qualità rispetto alla quantità di episodi minori riferiti, ma aggancia anche il tutto ad altre simili storie drammatiche del passato.
Uno studio della ricercatrice Rossana Cecchi su 1.170 casi di femminicidio accerta che il coltello e le mani sono le armi più usate
Monica Calò, ad esempio. Studentessa trentenne uccisa con 22 coltellate il 14 luglio 1998 a Verbania dal compagno: un antiquario che aveva preannunciato il delitto in un libro scritto l’anno prima. Hina Saleem: ragazza pakistana 21enne uccisa a coltellate l’11 agosto 2006 a Zanano di Sarezzo, nel Bresciano, dai parenti come punizione per non volersi adeguare agli usi tradizionali della cultura d’origine. Meredith Kercher: studentessa inglese a Perugia per l’Erasmus uccisa il primo novembre 2007 con la gola tagliata da un oggetto accuminato, in un delitto che ebbe grande risonanza mediatica anche per l’incriminazione alla statunitense Amanda Knox, sebbene poi alla fine sia rimasto condannato solo l’ivoriano Rudy Guede. Giordana Di Stefano: ballerina di flamenco e madre ventenne uccisa a coltellate il 7 ottobre 2015 dall’ex fidanzato a Nicolosi, nel catanese. Pamela Mastropietro: diciottenne tossicodipendente romana scappata da una casa di recupero, uccisa con due coltellate al fegato e poi fatta a pezzi da uno spacciatore nigeriano il 30 gennaio 2018 a Macerata. Carol Maltesi: madre 26enne e autrice di video su Onlyfans, uccisa tra il 10 e l’11 gennaio 2022 a Rescaldina, provincia di Milano, da un bancario e food blogger con cui aveva una relazione e con cui stava girando un filmino hard, con una martellata in testa e poi tagliandole la gola, facendola in seguito a pezzi. Giulia Tramontano: agente immobiliare 29enne al settimo mese di gravidanza uccisa a coltellate il 27 maggio 2023 dal compagno, di cui aveva scoperto un’altra relazione, a Senago, vicino a Milano. Giulia Cecchettin: studentessa 22enne uccisa a coltellate l’11 novembre 2023 dall’ex fidanzato a Fossò, tra Venezia e Padova. Sharon Verzeni: barista 33enne uccisa a coltellate la notte tra il 29 e il 30 luglio 2024 a Terno d’Isola, nel Bergamasco, da un italiano di origini marocchine con problemi psichici. Ilaria Sula: studentessa 22enne uccisa il 25 marzo 2025 a coltellate dall’ex fidanzato a Roma. Sara Campanella: studentessa 22enne uccisa il 31 marzo 2025 a coltellate a Messina da uno spasimante respinto, che poi si è suicidato in carcere. Tiziana Vinci: collaboratrice domestica 54enne uccisa il 13 agosto 2025 con due coltellate al fianco e una al torace a La Spezia dall’ex marito, che l’accusava di avergli messo contro i figli. Gli avevano messo un braccialetto elettronico che si è tolto dopo il delitto, ma comunque non funzionava.
Sono tutti clamorosi di femminicidio: e uno studio relativo fatto nel 2023 da Rossana Cecchi, ordinaria di medicina legale dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha accertato che, effettivamente, sui 1.170 casi studiati erano stati il coltello e le mani le armi più usate. Dalla stessa fonte risulta che a caratterizzare il femminicidio è anche l’overkilling: una quantità di colpi inferti alla vittima significativamente superiore a quella necessaria e sufficiente per ucciderla. Ma le storie di Hina Saleem, Pamela Mastropietro e Sharon Verzeni in più introducono il tema degli immigrati in Italia. Effettivamente, anche altre notizie di cronaca recenti propongono questa immagine degli stranieri accoltellatori. “Un pakistano di 19 anni è stato accoltellato da due magrebini”. “Roma, rissa con coltelli e machete sotto alle palazzine occupate dai latinos in via Giulioli”. “Clandestino sorpreso con un coltello, denunciato”. “Avellino, bloccato in strada con coltello e hashish: nei guai giovane extracomunitario”. “La maxi rissa con coltelli e spranghe di Naro, la questura: divieto di avvicinarsi alla piazza per otto coinvolti. A scontrarsi a colpi di bastoni e pietre, dopo una discussione avvenuta per futili motivi, sono stati due gruppi di romeni”. “Maxi rissa attorno al falò a Marsala, tre giovani accoltellati e tanta paura in spiaggia”.
E qui si intreccia la confessione clamorosa dell’egiziano che a febbraio a “Dritto e rovescio” di Paolo Del Debbio ha ammesso: “Io qui giro con i coltelli per difendermi, ci difendiamo a vicenda così, qua ci sono risse, funziona così”; “Diciamo le cose come stanno: l’Egitto è un paese più sicuro del vostro, le risse in Egitto non ci sono”. Asserzione sicuramente discutibile, se si considera che nelle statistiche sugli omicidi l’Italia sta a 0,545 per 100.000 persone, e l’Egitto a 1,336. Però, appunto, a Gemona sono state due donne, un’italiana e una straniera, a uccidere assieme un uomo italiano con padre straniero. E la gran parte delle notizie riportate riguardano italiani. Un 16enne italiano il 4 settembre 2024 a Bologna ha accoltellato a morte il coetaneo di origine senegalese Fallou Sall. Un 17enne nordafricano il 13 agosto a Salgareda, in provincia di Treviso, è stato accoltellato da una ragazza. Erano addirittura ecologisti, o sedicenti tali, la cinquantina di incappucciati armati di coltelli che il 7 luglio hanno assaltato un cantiere eolico a Monte Giogo del Villore, nel Mugello.
Gli italiani emigrati in America erano accomunati agli ispanici con il termine dispregiativo “dagos”, forse da “dagger”, pugnale o coltello
In passato, va ricordato, la fama di immigrati accoltellatori la avevamo proprio noi italiani. “Come ho detto, se lei è inglese, dovrebbe proprio essere dalla mia parte contro questi Dagos, ad ogni modo. Oh, io non sono di quelli che dicono un monte di sciocchezze sugli anglosassoni, ma la storia esiste. Voi potete sempre vantarvi che l’America ha ereditato la sua civiltà dall’Inghilterra”. “E anche, per mitigare il nostro orgoglio”, disse Padre Brown, “dobbiamo ammettere che l’Inghilterra ha ereditato la sua civiltà dai Dagos”. “…Bene, ci fu un Dago, di nome Giulio Cesare”, disse Padre Brown. “Finì ucciso in un tafferuglio; come sa, questi Dagos usano sempre il coltello. E ce ne fu un altro di nome Agostino, che portò il cristianesimo nella nostra piccola isola; e veramente non credo che avremmo avuto molta civiltà senza quei due”.
Nella famosa trasposizione sui racconti del prete investigatore creato da Chesterton che la Rai fece tra fine 1970 e inizio 1971 con Renato Rascel e Arnoldo Foà, una parte di questo dialogo appariva in “Le colpe del principe Saradine”, il secondo di sei episodi. Padre Brown lo ricordava alla protagonista italiana, che gli chiedeva appunto “perché molti inglesi disprezzano gli italiani?”. “Perché molti inglesi sono ignoranti. Non conoscono la storia. C’era un italiano di nome Giulio Cesare, fu ucciso con una coltellata. Be’, diciamo con qualche coltellata. Voi meridionali lo avete il vizietto del coltello, eh?”. In realtà, la battuta sta in un altro racconto, che si intitola “Lo scandalo di Padre Brown”, ed è rivolta a un tipo di giornalista americano su cui possiamo scommettere che oggi voterebbe Trump. Però lì si ricorda “dago”: termine spregiativo americano per indicare italiani e ispanici, secondo una diffusa etimologia derivante semplicemente dalla pronuncia del nome Diego che tra gli ispanici era diffusissimo. Tra gli italiani in realtà no, ma tanto erano anche loro scuri e latini. E un’altra etimologia, appunto, è da “dagger”: pugnale.
Non solo negli Usa, peraltro. Anche Messerhelden, termine per gli italiani adottato nella Svizzera tedesca, significa “eroe del coltello”. E Sante Caserio fu un anarchico italiano che a 21 anni il 24 giugno 1894 uccise a coltellate il presidente francese Marie François Sadi Carnot, finendo poi sulla ghigliottina, dopo che erano invece falliti gli attentati col pugnale a Umberto I degli altri anarchici italiani Giovanni Passannante il 17 novembre 1878 e Pietro Acciarito il 22 aprile 1897. Il 29 luglio 1900 Gaetano Bresci invece ci riuscì usando una pistola.
La ruota gira, e nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 furono due ragazzotti americani a Roma a uccidere a coltellate il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Però anche la letteratura italiana ottocentesca ammette tranquillamente una passione nazionale. “Sangue romagnolo” è un racconto di Edmondo De Amicis che ricorda in particolare la passione per il coltello in una regione dove la “penna”, come la chiamavano in vernacolo, era strumento chiave nei regolamenti di conti tra repubblicani e socialisti. “Er fratello nimmico der fratello / Vennero a ppatti cór cortello in mano. / Le cortellate aggnédero a le stelle”, è un famoso sonetto di Giuseppe Gioachino Belli su Romolo e Remo che è citato nel finale di “Er più Storia d’amore e di coltello”: film del 1971 di Sergio Corbucci con Adriano Celentano, che assieme al “Marchese del Grillo” è forse uno dei più noti ad aver riprodotto l’immagine dei duelli ottocenteschi con coltello nella destra e la giacca avvolta nella sinistra a mo’ di scudo.
“Sete la banderola de Castello / avete dato er core a questo e quello / ‘na botta ve cercate de cortello”, era il testo di una canzone romana riproposto da Gabriella Ferri. “Te possino dà tante cortellate / Pe’ quante messe dice l’arciprete / Pe’ quante vorte dice: Orate frate”, un altro cantato da Claudio Villa. Ma c’è anche la Sicilia della “Cavalleria rusticana”, novella di Giovanni Verga e opera di Pietro Mascagni. “Apriteli bene, gli occhi!, gli gridò compar Alfio, che sto per rendervi la buona misura. Come egli stava in guardia tutto raccolto per tenersi la sinistra sulla ferita, che gli doleva, e quasi strisciava per terra col gomito, acchiappò rapidamente una manata di polvere e la gettò negli occhi all’avversario. Ah!, urlò Turiddu accecato, son morto. Ei cercava di salvarsi, facendo salti disperati all’indietro; ma compar Alfio lo raggiunse con un’altra botta nello stomaco e una terza alla gola. ‘E tre! questa è per la casa che tu m’hai adornato. Ora tua madre lascerà stare le galline’. Turiddu annaspò un pezzo di qua e di là tra i fichidindia e poi cadde come un masso. Il sangue gli gorgogliava spumeggiando nella gola e non potè profferire nemmeno: Ah, mamma mia!”.
Durante la Grande guerra, Arditi e Brigata Sassari utilizzarono massicciamente i pugnali appunto giocando sull’effetto psicologico della fama degli “italiani accoltellatori”. Da allora l’Italia è passata dall’essere un paese tra i più insicuri d’Europa in quello con i livelli di omicidio più bassi, ma inopinatamente i coltelli sono tornati di moda. “Negli ultimi due anni c’è un fenomeno, direi nazionale, che vede lame e coltelli in mano a giovanissimi sotto i 18 anni”, ha confermato pochi giorni fa Emma Avezzù: dal 2019 alla guida della Procura dei minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta. “Oggi, rispetto al passato in cui erano per lo più aneddotici, possiamo stimare circa un caso al mese”, testimonia sui ferimenti da arma bianca il pronto soccorso di Mestre.
Malgrado i possibili stereotipi, l’allarme sull’aumento di lesioni dolose fra i minori riguarda soprattutto il centro-nord
Gli psicologi parlano di un diffuso malessere giovanile che porta a un bisogno di affermazione anche con queste modalità barbariche. L’ultimo report Espad-Cnr sulla violenza della Generazione Z attesta che ad esempio in Sardegna il 5,8 per cento degli studenti ha utilizzato un’arma, il 42 ha partecipato a zuffe e risse, il 7,5 per cento ha riferito di aver fatto seriamente male a qualcuno al punto da dover ricorrere ad un medico. Il report sulla “Criminalità minorile e gang giovanili” del Dipartimento pubblica sicurezza e Direzione centrale della polizia criminale ha evidenziato un aumento del 2 per cento delle lesioni dolose (la principale “spia” dell’uso di coltelli) provocate da under 17 tra il 2022 e il 2023. Malgrado i possibili stereotipi, l’allarme riguarda soprattutto il centro-nord. Perché se al sud il fenomeno sembra in calo sensibile (-27 per cento a Messina, -20 a Palermo, -35 a Napoli, -19 a Roma), a Milano si registra un incremento di lesioni provocate da under 18 pari addirittura al 48 per cento. Stesso preoccupante trend a Bologna, che tocca un + 44. Firenze marca un + 21, mentre il picco si raggiunge a Genova con un +55.
E’ un ritorno all’arcaico, aiutato però dalle nuove tecnologie. Videogiochi e trapper condizionano, e su Amazon bastano 15 euro per una lama di 9 centimetri in acciaio. Ma su internet si impara anche come costruire i coltelletti, usando un pennarello e una lametta. Ma il problema esiste anche all’estero. In Germania si pensa di incentivare con bonus economici la consegna spontanea dei coltelli vietati, ed è allo studio anche un inasprimento normativo, con zone dove le lame saranno vietate. Nel Regno Unito stanno pensando di collocare dei “kit di primo soccorso” per ferite da taglio nelle strade più a rischio, dopo che dal 2011 le morti da accoltellamento sono aumentate del 36 per cento. In Svizzera nel 2023 ci sono stati 12 omicidi commessi da minori con coltelli. E Macron vuole vietare l’acquisto online di coltelli sotto i 15 anni.