
il caso
Il fantasma di Almasri insegue il governo. Le indagini su un video
Alcune immagini diffuse da media arabi mostrano il generale libico uccidere un uomo per strada: il caso si riaccende. Indagano gli 007 di Roma. Per i servizi italiani è del 2021 o 2022
Da ieri circola sui social un video che, secondo i media arabi che lo hanno postato, mostra Osama Njeem Almasri mentre uccide un cittadino libico per le strade di Tripoli. “Stiamo ancora lavorando per confermare la data esatta dell’episodio, ma è accaduto di recente”, affermano responsabili della ong “Rifugiati in Libia” che accusa: “Chi sarà ritenuto responsabile mentre continua a uccidere e terrorizzare innocenti cittadini libici, inclusi rifugiati e migranti?”. Il caso rimbalza in Italia e accende di nuovo la polemica intorno al governo Meloni. Anche perché per la vicenda della liberazione del torturatore libico pendono in Parlamento tre richieste di autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
Il video ha messo in allarme subito Palazzo Chigi, e non solo per la pioggia di accuse rivolte alla premier Giorgia Meloni per la gestione del caso. A svolgere approfondimenti in questo senso sono gli stessi apparati di sicurezza italiani: che segnalano come la foto finale del filmato, che mostra il comandante libico insieme a un’altra persona, sarebbe stata scattata prima del gennaio 2025 quando il caso scoppia in Italia. Secondo le prime ricostruzioni fatte dai servizi italiani, il filmato risalirebbe al 2021 o 2022 e l’aggressione sarebbe iniziata per un alterco banale – un’auto parcheggiata male. La persona aggredita “non ha riportato lesioni gravi”, secondo quanto fatto sapere all’Ansa. Nel luglio scorso, viene inoltre evidenziato, la pagina media Al Masdar - vicina al governo di unità nazionale della Libia e dichiaratamente ostile alla Rada (la milizia di Almasri) ha pubblicato un video generato con l’intelligenza artificiale in cui il generale sembra rilasciare una sorta di confessione pubblica spiegando come è riuscito a sfuggire al mandato d’arresto della Corte penale internazionale. Elly Schlein: “Se venisse confermato che le immagini diffuse sono vere, Meloni non può più esimersi dallo spiegare agli italiani per quale motivo il suo governo, con una scelta politica che lei stessa ha rivendicato, ha volutamente ignorato il mandato di cattura della Cpi lo scorso gennaio”. La premier, prima della pausa estiva, ha fatto sapere che non riferirà in Parlamento sul caso ma che al momento di votare contro l’autorizzazione a procedere nei confronti dei componenti del suo governo sarà in Aula.
Sul fronte parlamentare, il prossimo passaggio sul caso del rimpatrio di Almasri si aprirà a primi di settembre. Ovvero quando la giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio si riunirà per valutare la richiesta – avanzata dal Tribunale dei ministri – di procedere nei confronti dei vertici di governo finiti sotto accusa. La Camera probabilmente sarà chiamata ad esprimersi con un voto all’inizio di ottobre. La maggioranza spera che il voto della Camera sia negli stessi giorni di quello dell’Europarlamento chiamato a decidere sulla revoca dell’immunità parlamentare per Ilaria Salis richiesta dall’Ungheria. Un modo per marcare le distanze e per cercare di fare propaganda su due casi comunque assai diversi.