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Contro la violenza sulle donne ma anche contro Israele e il governo Meloni. Il 25 novembre di Roma

Dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin e delle altre donne il corteo di Non una di meno riempie le strade della Capitale. Ma non mancano i riferimenti politici: "Solidarietà alle donne israeliane stuprate. Ma a Gaza è in atto una feroce aggressione". In piazza anche Elly Schlein

Giorgio Caruso

"Siamo in piazza come Non una di meno, per l'ottavo anno consecutivo, il 25 novembre, per togliere questa data dalla ritualità della commemorazione di donne vittime e ricordare le 110 persone, donne, lesbiche, trans, uccise dai femminicidi", dice una delle organizzatrici della rete Non una di meno al Circo Massimo, oggi a Roma, dove in migliaia si sono riuniti per la Giornata contro la violenza sulle donne.

Sulle polemiche legate ai contenuti della piattaforma che ha solidarizzato con Gaza e senza solidarizzare verso le donne israeliane uccise e violentate da Hamas, le attiviste dicono: "Esprimiamo anche solidarietà, ovviamente, alle donne israeliane che sono state aggredite e stuprate, perché la guerra è l'espressione più alta del patriarcato".

Tra gli slogan contro la violenza e i femminicidi, non sono mancati cori e striscioni contro la premier Giorgia Meloni e contro il piano di contrasto alla violenza di genere messo in atto dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara.

Presente al corteo anche la segretaria del Pd Elly Schlein. Bisogna fare di più "perché non se ne può più, è il momento di dire basta", ha detto ai giornalisti. Presente anche una delegazione del Movimento 5 stelle, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il segretario della Cgil Maurizio Landini. Il corteo ha concluso la sua manifestazione a piazza San Giovanni dove sono stati bruciati dei pezzi di carta con scritto: Ci vogliamo Vive.

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