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editoriali

L'ipocrisia dell'Ue sul naufragio di Crotone

David Carretta

Un'imbarcazione partita dalla Turchia e colma di migranti è naufragata sul litorale di "Steccato" di Cutro. Il sistema di soccorso in mare resta insufficiente nell’Europa-fortezza, e i leader europei fanno finta di niente

Le espressioni di rabbia e dolore dei leader dell’Unione europea di fronte alla strage di profughi sulla costa di Crotone sono lacrime di coccodrillo impregnate di ipocrisia. “Sono profondamente addolorata per il terribile naufragio al largo della Calabria”, ha detto domenica la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: “La perdita di vite umane di migranti innocenti è una tragedia. Tutti insieme dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi sul Patto su migrazione e asilo e sul Piano d’azione per il Mediterraneo centrale”. La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, si è detta “arrabbiata e affranta” e ha chiesto agli stati membri di “essere equi e umani con chi ha bisogno di protezione, fermi con chi non lo è e duri contro i trafficanti che sfruttano i più vulnerabili”. La commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, ha voluto sottolineare gli sforzi dell’Ue per “prevenire le partenze irregolari”, “ridurre la pressione alle frontiere dell’Ue”, “combattere i trafficanti” e “aumentare i rimpatri”. Eppure nulla di ciò che è stato detto da von der Leyen, Metsola o Johansson avrebbe impedito il naufragio sul litorale di Steccato di Cutro e gli oltre 60 migranti morti.

 

Come hanno sottolineato l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e l’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu il problema è “il sistema di soccorso in mare che resta insufficiente”. L’Ue ha favorito il ritiro degli assetti navali degli stati membri dalle zone di salvataggio. Il Patto su migrazione e asilo e il Piano d’azione per il Mediterraneo centrale non fanno nulla per aumentare le capacità di search and rescue. La Commissione ha chiuso gli occhi sul decreto del governo Meloni per ostacolare le navi delle ong. I leader dell’Ue stanno facendo la scelta dell’Europa-fortezza e pazienza se qualche migrante affoga. Se non hanno il coraggio di dirlo pubblicamente, almeno risparmino i tweet di finto dolore.

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