crisi idrica

Siccità, "Stato di emergenza e possibili razionamenti d'acqua", dice il capo della Protezione Civile

Allo studio criteri e misure. Per il ministro dell'Agricoltura Patuanelli servono soluzioni strutturali: "Sono vent'anni che non si fa niente per tutelare la risorsa idrica". Allarme per le ondate di calore sull'Italia

Continua a preoccupare l'emergenza siccità, soprattutto al nord Italia. Tutto il paese è avvolto da una grande ondata di calore con l'arrivo dell'anticiclone africano Caronte. Per rispondere alla crisi idrica, “in alcune zone" dell'Italia "non è escluso il fatto che il razionamento dell’acqua porti a una chiusura temporanea” dei rubinetti “anche nelle ore diurne", ha detto a Sky TG24 il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ospite di Buongiorno. "Bisognerà capire anche quali sono i segnali anche climatici e metereologici delle prossime settimane. Noi vediamo ancora grande carenza di acqua”. “Noi abbiamo delle perdite in rete notevolissime dal punto di vista degli acquedotti e delle reti idrauliche - ha proseguito -. Non è che con lo stato di emergenza mettiamo a posto le perdite che sono anni che influenzano il trasporto dell’acqua nel nostro paese. Quindi, anche qui, bisogna fare chiarezza: lo stato di emergenza non aiuta tutte quelle problematiche infrastrutturali che invece devono essere affrontate in una ordinarietà magari accelerata ma sempre in una ordinarietà”, aggiunge Curcio, che spiega: “Per dichiarare lo stato di emergenza è importante capire quali misure adottare per mitigare l’emergenza stessa. I criteri li stiamo definendo con le regioni e soprattutto le misure. Penso nelle prossime giornate, al massimo prossime due settimane avremo chiare le misure e potremo fare la dichiarazione dello stato di emergenza”. 

"Una crisi idrica di questo tipo non si è mai verificata nella storia della Lombardia", dice intanto il presidente della regione Attilio Fontana, e aggiunge di ritenere che qualche piccolo razionamento sia già in essere. 

  

"La fotografia in Italia", aggiunge il numero uno della Protezione civile, "è un 40-50 per cento di acqua piovuta in meno quest'anno rispetto alle medie degli ultimi anni. Abbiamo avuto fino al 70 per cento di neve in meno. Abbiamo fiumi come il Po che ha portate fino all'80 per cento in meno. La situazione generale è di carenza di risorsa idrica, di pioggia. In alcune aree diventa impattante in maniera assolutamente importante sulla produzione agricola, ittica e dell'energia elettrica". Gli incendi quest'anno, ha anche spiegato, sono più del doppio dell'anno scorso e oltre sei volte di più del 2020 "Dal 15 di giugno a ieri ci sono state quasi 199 schede di intervento contro le 80 del 2021 e le 30 del 2020. Siamo molto preoccupati".

   

"Non sarà la decretazione di emergenza a risolvere il problema", sottolinea però il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, a 24Mattino su Radio24, a parere del quale "va portato a livello centrale, con un tavolo di coordinamento, tutto il quadro delle decisioni per evitare che vi siano tra settori diversi e tra zone diverse del paese guerre dell'acqua". La legge già individua le priorità: prima gli usi civili, poi l'abbeveraggio degli animali, quindi l'agricoltura e dopo l'industria, chiarisce. "Ma si deve entrare nella prospettiva che non è un'emergenza di quest'anno e dobbiamo adoperarci per risolvere strutturalmente" la crisi idrica. Secondo Patuanelli, è necessario aumentare la capacità di captazione con un piano invasi di piccole dimensioni che consentono anche produzione di energia. "Il problema è che sono vent'anni che questo in questo paese non si fa niente per tutelare la risorsa idrica".

 

Allarme calore

E intanto è allarme per le ondate di calore in Italia, indica il ministero della Salute, con temperature sempre ben al di sopra delle medie stagionali. Oggi su 27 città, 23 hanno il bollino arancione, due (Palermo e Perugia) sono rosse e solo Genova e Torino gialle. La situazione peggiorerà progressivamente domani e dopodomani. Per il 28 giugno le città ad elevato rischio (rosse) saliranno a 12 e 9 saranno arancioni. Solo 5 (Brescia, Bolzano, Genova, Milano e Torino) saranno appena più fresche (giallo). Il 29 giugno ben 19 città saranno da bollino rosso e 9 gialle.