A Latina la paura della variante indiana

Gianluca De Rosa

Tra la comunità sikh i positivi sono 300, ma dall’indagine dello Spallanzani dati rassicuranti: “Nessun positivo alla nuova mutazione”

L’ultima grande paura si chiama variante indiana. In India a causa dell’ultima mutazione del Covid-19 la situazione si è fatta gravissima: nell’ultima settimana la media dei casi giornalieri ha superato quota 300mila, i morti registrati sono più di 2.400 ogni giorno le curve epidemiologiche sono in piena salita. 

 

Non basta. Il timore dei virologi di tutto il mondo è che la nuova variante possa essere resistente a tutti i vaccini attualmente autorizzati. Una paura che, se confermata, rischia di vanificare le campagne vaccinale di tutto il mondo. I paesi sono corsi al riparo chiudendo i confini. Due giorni fa il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza per vietare l’ingresso in Italia a chiunque nei precedenti 14 giorni è stato in India. Anche nel nostro paese d’altronde c’è forte preoccupazione dopo i due primi casi della mutazione registrati in Veneto, in provincia di Vicenza.

 

Grande paura passa anche da Latina. Nelle campagne intorno alla città dell’agro pontino lavorano oltre 15mila persone di etnia sikh che spesso si muovono avanti e indietro dall’India. Trecento di loro negli scorsi giorni sono risultati positivi al coronavirus. Per evitare assolutamente il rischio di far entrare in Italia la nuova variante, Asl di Latina e Regione Lazio sono immediatamente corse ai ripari. Da ieri, con il supporto della prefettura della città pontina, è partita una massiccia indagine epidemiologica nelle aziende agricole dove lavorano i membri della comunità sikh. I primi risultati sono confortanti: come riferito alla AdnKronos dal direttore dell’istituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani, Francesco Vaia, i tamponi finora fatti sulla comunità sikh della provincia di Latina sono tutti negativi alla variante indiana. "Stiamo continuando nella sorveglianza attiva e con gli esami dei tamponi - ha detto Vaia - ma al momento ci sono zero casi di variante indiana". L’indagine proseguirà anche nei prossimi giorni.

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