Jeremy Corbyn (foto LaPresse)

I giovani laburisti inglesi vogliono uscire dalla Nato

Paola Peduzzi

Lo Young Labour, che raccoglie i ragazzi dai 14 ai 26 anni, domenica ha proposto un documento-manifesto. Che in sostanza vuole fare tornare gli anni Novanta

Di solito ci piacciono fronzoli e leggerezza, oggi ci rinunciamo, e parliamo dei giovani laburisti inglesi. Lo Young Labour, che raccoglie i ragazzi dai 14 ai 26 anni, domenica ha proposto un documento-manifesto, un messaggio agli adulti, su come sogna il futuro del proprio partito, del Regno Unito e del mondo. Eccolo: “Le note del Young Labour: 1. Fin dalla metà del Diciannovesimo secolo almeno, la relazione tra ‘l’occidente’ e il resto del mondo è stata definita dall’imperialismo, cioè da un sistema che, nelle sue linee guida, si fonda sulla guerra, sul razzismo e sullo sfruttamento delle aree meno sviluppate del pianeta. 2. Dopo la Seconda guerra mondiale e l’arrivo della Guerra fredda, la Nato è stata creata in modo da consacrare il dominio degli interessi americani. 3. Tra il 1945 e il 2000, l’imperialismo americano ha bombardato almeno 27 paesi, ha assassinato o ha cercato di assassinare trenta leader politici e ha cercato di ribaltare quaranta governi. 4. Questi episodi includono le guerre di aggressione in Corea negli anni Cinquanta, in Vietnam negli anni Sessanta, il colpo di stato in Cile nel 1973, gli squadroni della morte finanziati dalla Cia in America centrale negli anni Ottanta, e la morte per fame di mezzo milione di bambini iracheni negli anni Novanta. 5. Il collasso del comunismo dopo il 1989 ha reso discutibile ogni motivazione logica e realistica dell’esistenza stessa della Nato, dal momento che gli stati europei non hanno più bisogno di una difesa né può più essere giustificata la costruzione di un tale, immenso apparato militare. 6. Per ottenere una nuova giustificazione ideologica, gli stati membri della Nato, incluso il Regno Unito, hanno perseguito una politica di aggressione contro i paesi a maggioranza musulmana, prima in Afghanistan e poi in Iraq. 7. Queste guerre non hanno fatto nulla per rendere più sicuri i cittadini dei paesi occidentali; al contrario hanno alimentato l’islamofobia in casa e un grande risentimento all’estero. 8. Queste guerre hanno anche scatenato una crisi dentro al nostro stesso partito, con gli elettori che se ne sono andati disgustati e il crollo della fiducia pubblica nella democrazia parlamentare. 9. Oggi Donald Trump sta a cavalcioni della Nato, e di recente ha minacciato di commettere un’atrocità nucleare nella penisola coreana, mentre chiudeva i confini ai rifugiati della guerra in medio oriente. 10. Jeremy Corbyn è da sempre un oppositore dell’imperialismo e delle guerre d'aggressione.

 

I giovani laburisti credono che: 1. Dalla Guyana al Vietnam all’Iraq, il Partito laburista è stato troppo spesso complice delle aggressioni americane in giro per il mondo. 2. La Nato è stata il cardine e l’espressione istituzionale dell’imperialismo americano. 3. Come il suo leader, anche il cancelliere dello Scacchiere ombra, il ministro dell’Interno ombra e il Partito laburista dovrebbero essere apertamente anti imperialisti. Il Labour dovrebbe impegnarsi a ritirarsi dalla Nato sulla base del fatto che l’Alleanza non soddisfa più i bisogni di sicurezza di tutti, è guidata da un uomo visto come autoritario e fascista e le sue aggressioni continue rendono i cittadini britannici meno al sicuro di quanto lo sarebbero altrimenti”.

 

Abdi Duale, ex funzionario del Labour, ha fatto un resoconto in diretta di quel che è accaduto alla riunione di domenica, e, oltre al ritiro dalla Nato, ha sottolineato che la maggioranza dei partecipanti è a favore della nazionalizzazione delle banche, dell’introduzione di un controllo dei capitali a livello governativo, ed è contro la libertà di movimento delle persone. Sconfortato, Duale dice: se non siete d’accordo, non andatevene! Create piuttosto dei gruppi di giovani laburisti che difendano la nostra tradizione progressista. “Organizziamoci e modelliamo il futuro del nostro partito”. Senza fronzoli, magari con un po’ di anni Novanta alla mano: molti dicono che quegli anni sono tornati, ma pare proprio non dove servono.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi