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contro mastro ciliegia

Quando la libertà cade: la statua di Porto Alegre e la farsa dei simboli

Maurizio Crippa

La replica della Statua della Libertà che crolla nella città brasiliana non è solo una questione di meteo, ma il perfetto simbolo di un'epoca che gioca con le metafore e le ideologie finché non arriva un colpo di vento a riportare tutto alla realtà

Simboli e metafore sono probabilmente cianfrusaglie sopravvalutate, in ogni epoca e a tutte le latitudini. Però bisogna ammettere che il loro culto, e le loro vicissitudini, a volte fanno molto ridere. Ad esempio la Statua della Libertà (replica) di Porto Alegre in Brasile alta 24 metri: è caduta per un colpo di vento (c’è un video su Repubblica, come faremo senza? Elkann ripensaci!). La storia delle statue tirate giù oggi va un po’ meno di moda, persino nelle Americhe, ma c’è stato un periodo che se non avevi il tuo piedistallo da piallare eri quantomeno un colonialista. Comunque, la copia della Libertà è venuta giù senza fiatare, come un ideale novecentesco. E hai voglia a ribaltare le metafore: è la libertà americana uccisa da Trump; no è la libertà brasiliana abbattuta da Lula che manda in galera un ex presidente solo perché è un po’ esuberante; no è il simbolo della democrazia occidentale che ha scelto di suicidarsi; no è un’icona del predominio bianco che finalmente crolla. Alla fine è stato un colpo di vento: e pensare che a Porto Alegre volevano prendersi cura del clima del pianeta. Forse è ora di metterci sopra una croce (simbolo) sulle metafore. O magari una X, quella di Musk? 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"